La tendenza dei giovani a riunirsi ed elaborare in gruppo stili di vita propri, particolari visioni del mondo e originali modelli di comportamento comincia con la nascita stessa della gioventù come entità sociale: nelle società premoderne non c’è soluzione di continuità tra la fine dell’infanzia e l’assunzione dei ruoli lavorativi, ad eccezioni di coloro che appartenevano alle elite sociali. e’ con la modernità, che la gioventù, intesa come un periodo di formazione e di addestramento prima dell’acquisizione dei ruoli adulti, finisce per essere privilegio di pochi e diventa una fase della vita in cui ci si prepara a diventare adulti, ma è solo nel secondo dopoguerra con il processo di scolarizzazione di massa che i giovani diventano un’entità sociale riconoscibile e trasversale a tutte le classi. Comincia così una storia che vedra’ momenti diversi di conflittualità e antagonismo da parte dei giovani e che assumerà forme diverse. Sarà moda, e cioè imitazione, alimentata dall’industria culturale pronta a captare e commercializzare linguaggi che provengono dal mondo giovanile; subcultura, e cioè separazione, elaborazione di comportamenti culturali propri che non si contrappongono, né si confrontano con quelli dominanti, se ne separano, appunto; controcultura, alternativa ai valori della cultura dominante; protesta politica, dentro la società per cambiarla per combatterne istituzioni e valori. La tesi che il libro intende dimostrare è che queste diverse forme di azione collettiva siano modalità di costruzione dell’identità nel confronto con il mondo degli adulti e all’interno di un meccanismo di identificazione, differenziazione.
“I giovani tra conformismo e devianza”
CALABRO', ANNA RITA
1986-01-01
Abstract
La tendenza dei giovani a riunirsi ed elaborare in gruppo stili di vita propri, particolari visioni del mondo e originali modelli di comportamento comincia con la nascita stessa della gioventù come entità sociale: nelle società premoderne non c’è soluzione di continuità tra la fine dell’infanzia e l’assunzione dei ruoli lavorativi, ad eccezioni di coloro che appartenevano alle elite sociali. e’ con la modernità, che la gioventù, intesa come un periodo di formazione e di addestramento prima dell’acquisizione dei ruoli adulti, finisce per essere privilegio di pochi e diventa una fase della vita in cui ci si prepara a diventare adulti, ma è solo nel secondo dopoguerra con il processo di scolarizzazione di massa che i giovani diventano un’entità sociale riconoscibile e trasversale a tutte le classi. Comincia così una storia che vedra’ momenti diversi di conflittualità e antagonismo da parte dei giovani e che assumerà forme diverse. Sarà moda, e cioè imitazione, alimentata dall’industria culturale pronta a captare e commercializzare linguaggi che provengono dal mondo giovanile; subcultura, e cioè separazione, elaborazione di comportamenti culturali propri che non si contrappongono, né si confrontano con quelli dominanti, se ne separano, appunto; controcultura, alternativa ai valori della cultura dominante; protesta politica, dentro la società per cambiarla per combatterne istituzioni e valori. La tesi che il libro intende dimostrare è che queste diverse forme di azione collettiva siano modalità di costruzione dell’identità nel confronto con il mondo degli adulti e all’interno di un meccanismo di identificazione, differenziazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.