Dal secondo dopoguerra fino agli anni settanta, i cattolici hanno avuto un rapporto creativo e fecondo con il cinema. Di fronte al pericolo che divenisse un agente di corruzione e di immoralità, hanno messo in atto alcune strategie per trasformarlo in uno strumento di apostolato, di formazione e di sana ricreazione. Il libro indaga le modalità con cui il cinema è stato “addomesticato” per un trentennio da sacerdoti e laici all’interno di scuole, parrocchie, oratori. Il cineforum, ossia il dibattito dopo la proiezione del film, ha formato generazioni di spettatori cinefili, non solo credenti; il cinema “a passo ridotto”, promosso in particolare dalla San Paolo Film, ha surrogato il desiderio di immaginario di migliaia di ragazzi. Infine “le filmine” - strisce di pellicola ininfiammabile 35 mm contenenti immagini (fisse) su temi educativi, didattici e pastorali, prodotte dalla salesiana LDC e dall’Editrice La Scuola – hanno fornito i primi rudimenti di una visual history per numerose scolaresche e classi di catechismo. In tal modo il libro ricostruisce una storia culturale del cinema cattolico: analizzando i processi di intervento e trasformazione della tecnologia, indaga i modi con cui i cattolici si sono impegnati a trasmettere agli spettatori la magia del cinema, benché in un ambienti più familiari e domestici rispetto all’esercizio cinematografico industriale.
Un cinema ‘domestico’. Cattolici e forme di organizzazione culturale in Italia 1945-1970
Mosconi, Elena
2018-01-01
Abstract
Dal secondo dopoguerra fino agli anni settanta, i cattolici hanno avuto un rapporto creativo e fecondo con il cinema. Di fronte al pericolo che divenisse un agente di corruzione e di immoralità, hanno messo in atto alcune strategie per trasformarlo in uno strumento di apostolato, di formazione e di sana ricreazione. Il libro indaga le modalità con cui il cinema è stato “addomesticato” per un trentennio da sacerdoti e laici all’interno di scuole, parrocchie, oratori. Il cineforum, ossia il dibattito dopo la proiezione del film, ha formato generazioni di spettatori cinefili, non solo credenti; il cinema “a passo ridotto”, promosso in particolare dalla San Paolo Film, ha surrogato il desiderio di immaginario di migliaia di ragazzi. Infine “le filmine” - strisce di pellicola ininfiammabile 35 mm contenenti immagini (fisse) su temi educativi, didattici e pastorali, prodotte dalla salesiana LDC e dall’Editrice La Scuola – hanno fornito i primi rudimenti di una visual history per numerose scolaresche e classi di catechismo. In tal modo il libro ricostruisce una storia culturale del cinema cattolico: analizzando i processi di intervento e trasformazione della tecnologia, indaga i modi con cui i cattolici si sono impegnati a trasmettere agli spettatori la magia del cinema, benché in un ambienti più familiari e domestici rispetto all’esercizio cinematografico industriale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.