Partendo dall’uso e la concezione del tempo libero delle donne il libro analizza l’ambivalenza che contraddistingue, nelle società contemporanee, il ruolo delle donne chiamate ad essere presenti sia nell’arena pubblica che nello spazio della vita privata. Si può obiettare che questo riguarda tutti, uomini e donne, ma in realtà le cose non stanno affatto così perché se ai primi è consentito operare nette separazioni, dichiarare la propria inaccessibilità temporale sui luoghi di lavoro, stabilire un ordine di priorità tra i propri scopi e i propri interessi, l’investimento emotivo con cui le donne presenziano i luoghi significativi della loro esistenza, l’efficienza e la professionalità loro richiesta sia nella sfera lavorativa che in quella familiare, non permettono tale separazione, ne confondono continuamente i confini, sfumano i caratteri dell’azione. (E’ noto che, che per fare carriera, alle donne sono richieste performance superiori a quelle dell’uomo, che, a fronte della crisi del welfare, i compiti a cui deve far fronte le famiglia sono più onerosi e che, al suo interno, sono ancora le donne ad assumersene la responsabilità …). Di fatto le donne nelle società contemporanee a economia matura o emergente, vivono in una situazione di ambivalenza culturale dovuta al fatto che esse rispondono a due sistemi normativi in contrapposizione, interdipendenti e ugualmente significativi nel determinare le strategie dell’azione individuale. Modelli che, fino a poco tempo fa, avevano dettato, rispettivamente, i comportamenti di ruolo maschili e femminili. In altre parole si chiede alle donne di essere dei ‘veri’ uomini, competitive, razionali, ambiziose …, e delle ‘vere’ donne, affettive, accudenti, responsabili … Obbedire ad una doppia morale: l’etica della cura e della responsabilità verso gli altri e l’etica della responsabilità verso se stesse. La ricerca empirica mostra con evidenza che la scelta tra le diverse opzioni porta il segno di una rinuncia che in molti casi mette in discussione l’immagine di sé: chi investe molto nel lavoro spesso si sente in colpa nei confronti della propria famiglia, la casalinga vive con disagio l’esclusione dalla sfera pubblica, rinunciare alla famiglia per la carriera o viceversa sono scelte che appaiono soggettivamente ingiuste e che comunque vengono socialmente penalizzate perché non rispondono al modello femminile prevalente … Studiare la concezione e l’uso del tempo libero delle giovani donne mostra, ad esempio, che coloro che operano una scelta netta tra uno o l’altro dei due mondi – pubblico e privato – spesso la rappresentano come una scelta obbligata all’interno di un’economia temporale che già così com’è, non consente tempo libero. Ne sono esempi la giovane ricercatrice che non ha tempo per andare in vacanza con gli amici, la casalinga che non ha tempo per andare dal parrucchiere, la studentessa che non ha tempo per uscire con il ragazzo … Quando poi, a chi invece gioca su più fronti e con più ruoli (moglie, madre , attivista politica, lavoratrice …) si aprono come per magia quote di tempo da dedicare a se stesse in un’economia del tempo ( e dell’identità) più equilibrata e soddisfacente.

UNA GIORNATA QUALSIASI. IL TEMPO LIBERO DELLE DONNE: TEMPO PER SE' O TEMPO PER GLI ALTRI?

CALABRO', ANNA RITA
1996-01-01

Abstract

Partendo dall’uso e la concezione del tempo libero delle donne il libro analizza l’ambivalenza che contraddistingue, nelle società contemporanee, il ruolo delle donne chiamate ad essere presenti sia nell’arena pubblica che nello spazio della vita privata. Si può obiettare che questo riguarda tutti, uomini e donne, ma in realtà le cose non stanno affatto così perché se ai primi è consentito operare nette separazioni, dichiarare la propria inaccessibilità temporale sui luoghi di lavoro, stabilire un ordine di priorità tra i propri scopi e i propri interessi, l’investimento emotivo con cui le donne presenziano i luoghi significativi della loro esistenza, l’efficienza e la professionalità loro richiesta sia nella sfera lavorativa che in quella familiare, non permettono tale separazione, ne confondono continuamente i confini, sfumano i caratteri dell’azione. (E’ noto che, che per fare carriera, alle donne sono richieste performance superiori a quelle dell’uomo, che, a fronte della crisi del welfare, i compiti a cui deve far fronte le famiglia sono più onerosi e che, al suo interno, sono ancora le donne ad assumersene la responsabilità …). Di fatto le donne nelle società contemporanee a economia matura o emergente, vivono in una situazione di ambivalenza culturale dovuta al fatto che esse rispondono a due sistemi normativi in contrapposizione, interdipendenti e ugualmente significativi nel determinare le strategie dell’azione individuale. Modelli che, fino a poco tempo fa, avevano dettato, rispettivamente, i comportamenti di ruolo maschili e femminili. In altre parole si chiede alle donne di essere dei ‘veri’ uomini, competitive, razionali, ambiziose …, e delle ‘vere’ donne, affettive, accudenti, responsabili … Obbedire ad una doppia morale: l’etica della cura e della responsabilità verso gli altri e l’etica della responsabilità verso se stesse. La ricerca empirica mostra con evidenza che la scelta tra le diverse opzioni porta il segno di una rinuncia che in molti casi mette in discussione l’immagine di sé: chi investe molto nel lavoro spesso si sente in colpa nei confronti della propria famiglia, la casalinga vive con disagio l’esclusione dalla sfera pubblica, rinunciare alla famiglia per la carriera o viceversa sono scelte che appaiono soggettivamente ingiuste e che comunque vengono socialmente penalizzate perché non rispondono al modello femminile prevalente … Studiare la concezione e l’uso del tempo libero delle giovani donne mostra, ad esempio, che coloro che operano una scelta netta tra uno o l’altro dei due mondi – pubblico e privato – spesso la rappresentano come una scelta obbligata all’interno di un’economia temporale che già così com’è, non consente tempo libero. Ne sono esempi la giovane ricercatrice che non ha tempo per andare in vacanza con gli amici, la casalinga che non ha tempo per andare dal parrucchiere, la studentessa che non ha tempo per uscire con il ragazzo … Quando poi, a chi invece gioca su più fronti e con più ruoli (moglie, madre , attivista politica, lavoratrice …) si aprono come per magia quote di tempo da dedicare a se stesse in un’economia del tempo ( e dell’identità) più equilibrata e soddisfacente.
1996
biblioteca
8886819242
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/123149
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