Il lavoro svolge un’analisi della teoria della conoscenza di Helmholtz nel suo sviluppo storico. Il primo capitolo è in parte rilevante dedicato al Manuale di fisiologia di Johannes Müller, il maestro di Helmholtz, che presenta una teoria della conoscenza fortemente collegata alla fisiologia e che dà largo spazio alla problematica dell’inferenza al mondo esterno. Vengono poi presi in esame gli scritti di Helmholtz degli anni ’50, con particolare riferimento a La vista dell’uomo, del 1855, considerato uno dei lavori fondamentali del ritorno a Kant: particolarmente importante è il tipo di kantismo ivi sostenuto, che fonda in modo apodittico la realtà del mondo esterno attraverso un’argomentazione di tipo trascendentale. Nel secondo capitolo viene studiato la parte dedicata alla gnoseologia del Manuale di ottica fisiologica, probabilmente il capolavoro di Helmholtz, con particolare riguardo all’analisi del passaggio dalla sensazione alla percezione, alla concezione dello spazio e alla connessa discussione sul nativismo. Il terzo capitolo prende in considerazione gli ultimi contributi di Helmholtz alla gnoseologia (fra cui I fatti nella percezione) e mette in luce il senso dell’abbandono della prospettiva kantiana a favore di una empiristico-humeana. Il lavoro presenta poi la prima traduzione italiana del citato discorso La vista dell’uomo (pp. 151-182) e si conclude con una Nota bibliografica (pp. 183-192.)
La teoria della conoscenza di Hermann von Helmholtz; Fisiologia, psicologia, kantismo
INVERNIZZI, GIUSEPPE
2005-01-01
Abstract
Il lavoro svolge un’analisi della teoria della conoscenza di Helmholtz nel suo sviluppo storico. Il primo capitolo è in parte rilevante dedicato al Manuale di fisiologia di Johannes Müller, il maestro di Helmholtz, che presenta una teoria della conoscenza fortemente collegata alla fisiologia e che dà largo spazio alla problematica dell’inferenza al mondo esterno. Vengono poi presi in esame gli scritti di Helmholtz degli anni ’50, con particolare riferimento a La vista dell’uomo, del 1855, considerato uno dei lavori fondamentali del ritorno a Kant: particolarmente importante è il tipo di kantismo ivi sostenuto, che fonda in modo apodittico la realtà del mondo esterno attraverso un’argomentazione di tipo trascendentale. Nel secondo capitolo viene studiato la parte dedicata alla gnoseologia del Manuale di ottica fisiologica, probabilmente il capolavoro di Helmholtz, con particolare riguardo all’analisi del passaggio dalla sensazione alla percezione, alla concezione dello spazio e alla connessa discussione sul nativismo. Il terzo capitolo prende in considerazione gli ultimi contributi di Helmholtz alla gnoseologia (fra cui I fatti nella percezione) e mette in luce il senso dell’abbandono della prospettiva kantiana a favore di una empiristico-humeana. Il lavoro presenta poi la prima traduzione italiana del citato discorso La vista dell’uomo (pp. 151-182) e si conclude con una Nota bibliografica (pp. 183-192.)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.