La problematica affrontata è stata quella di progettare una strategia di indagine che sia il "meno invasiva possibile" e che permetta di ottenere il massimo numero di informazioni utili, per la conoscenza dei materiali, partendo dal prelievo di piccoli campioni. La tecnica analitica deve comunque rispondere alle esigenze di una dettagliata conoscenza dei manufatti e deve fornire dati utili per una mirata programmazione degli interventi di manutenzione e conservazione. Le tecniche analitiche impiegate sono state quindi il microsampling e la microanalisi. Il protocollo analitico ha riguardato l'applicazione di tecniche "di bulk", ossia di massa, quale la diffrattometria a raggi X (metodo delle polveri) e tecniche "in situ" quali la microscopia elettronica a scansione e la microanalisi. La combinazione di questi due metodi permette di affiancare alla determinazione della composizione mineralogica delle fasi cristalli ne le informazioni relative alla loro distribuzione spaziale e alla loro composizione chimica. In questo modo le informazioni sulle fasi mineralogiche vengono a completare le informazioni dedotte dallo studio delle microstrutture. Questo studio è stato condotto sulle patine di alterazione e necessariamente sul supporto di bronzo, soprattutto per indagare i meccanismi di inizio dell'alterazione e comprendere l'andamento del processo. La superficie era caratterizzata da una notevole eterogeneità sia riguardo allo spessore della patina che al colore e quindi probabilmente alla composizione. Sul viso e sul petto la statua appariva abrasa. Il colore in queste zone è verde mentre tende al bruno sulla veste e sul basa mento. Sulle maniche dell'abito ed in misura minore sul basa mento si osservavano zone preferenziali di attacco di cloruri a pitting. I campioni sono stati preparati partendo dai materiali prelevati dalla restauratrice (6 campioni). Le analisi di bulk sono state eseguite sui campioni rappresentativi delle differenti patine di alterazione. Prima di eseguire le analisi mineralogiche i campioni sono stati osservati e fotografati con stereomicroscopio. Per le analisi "in situ" sono state utilizzate due lamelle di bronzo di dimensioni di 3.2mm e di 3.0mm, montate verticalmente in resina epossidica e poi lucidate con pasta diamantata. I campioni sono stati orientati in modo tale da poter esporre all'osservazione la lamella di bronzo e le relative fasi di alterazione, in quanto il taglio è perpendicolare al contatto tra il bronzo e i suoi prodotti di alterazione.

Caratterizzazione mineralogico-petrografica di patine di alterazione

MESSIGA, BRUNO;RICCARDI, MARIA PIA;SETTI, MASSIMO
2004-01-01

Abstract

La problematica affrontata è stata quella di progettare una strategia di indagine che sia il "meno invasiva possibile" e che permetta di ottenere il massimo numero di informazioni utili, per la conoscenza dei materiali, partendo dal prelievo di piccoli campioni. La tecnica analitica deve comunque rispondere alle esigenze di una dettagliata conoscenza dei manufatti e deve fornire dati utili per una mirata programmazione degli interventi di manutenzione e conservazione. Le tecniche analitiche impiegate sono state quindi il microsampling e la microanalisi. Il protocollo analitico ha riguardato l'applicazione di tecniche "di bulk", ossia di massa, quale la diffrattometria a raggi X (metodo delle polveri) e tecniche "in situ" quali la microscopia elettronica a scansione e la microanalisi. La combinazione di questi due metodi permette di affiancare alla determinazione della composizione mineralogica delle fasi cristalli ne le informazioni relative alla loro distribuzione spaziale e alla loro composizione chimica. In questo modo le informazioni sulle fasi mineralogiche vengono a completare le informazioni dedotte dallo studio delle microstrutture. Questo studio è stato condotto sulle patine di alterazione e necessariamente sul supporto di bronzo, soprattutto per indagare i meccanismi di inizio dell'alterazione e comprendere l'andamento del processo. La superficie era caratterizzata da una notevole eterogeneità sia riguardo allo spessore della patina che al colore e quindi probabilmente alla composizione. Sul viso e sul petto la statua appariva abrasa. Il colore in queste zone è verde mentre tende al bruno sulla veste e sul basa mento. Sulle maniche dell'abito ed in misura minore sul basa mento si osservavano zone preferenziali di attacco di cloruri a pitting. I campioni sono stati preparati partendo dai materiali prelevati dalla restauratrice (6 campioni). Le analisi di bulk sono state eseguite sui campioni rappresentativi delle differenti patine di alterazione. Prima di eseguire le analisi mineralogiche i campioni sono stati osservati e fotografati con stereomicroscopio. Per le analisi "in situ" sono state utilizzate due lamelle di bronzo di dimensioni di 3.2mm e di 3.0mm, montate verticalmente in resina epossidica e poi lucidate con pasta diamantata. I campioni sono stati orientati in modo tale da poter esporre all'osservazione la lamella di bronzo e le relative fasi di alterazione, in quanto il taglio è perpendicolare al contatto tra il bronzo e i suoi prodotti di alterazione.
2004
9788884800930
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