In occasione del restauro della vetrata del Duomo di Siena, attribuita a Duccio di Buoninsegna, è stata avviata una campagna d’indagini scientifiche rivolta soprattutto ad una più approfondita conoscenza dei materiali impiegati nelle tessere vitree. L’indagine archeometrica condotta su alcuni frammenti di tessere in vetro prelevati al di sotto delle legature di piombo, hanno dimostrato che la “Rosa” di Duccio, disegnata e decorata a grisaille Duccio di Buoninsegna, è stata realizzala con vetri appartenenti alla famiglia composizionale degli Na-vetri. Fa eccezione una tessera di vetro rosso, la sola esaminata a tutt’oggi di tale colore, realizzata con K-Ca vetro. Lo spessore medio delle tesse colorate in massa varia da 2.0 a 2.5 mm. La stratigrafia della tessera rossa mostra la sovrapposizione di un sottile strato esterno di vetro rosso (di circa 100 μm) su un vetro di supporto di colore giallo ambra. Le tessere realizzate con Na-vetro presentano un contenuto di Na2O variabile tra 12 e 15 wt%; CaO mostra valori compresi tra 8 e 10 wt%. Il contenuto di MgO è circa 4 wt% e K2O non raggiunge il valore di 3 wt%. Variazioni nelle abbondanze di Al2O3 sono riscontrabili nella tessera azzurra (3 wt%) rispetto alle altre tessere colorate in massa (0.7-1 wt%). La tessera rossa (contrassegnata come rosso 2A) ha valori di K2O compresi tra 20 e 22 wt% e contenuti di CaO più elevati (16-18 wt%). P2O5 è presente sia nel vetro incolore che nello strato di vetro rosso. Tali caratteri composizionali permettono di comparare questa tessera al gruppo composizionale “Type III” ed è quindi molto simile al vetro medievale d’oltralpe. La composizione di tale tessera risulta anomala rispetto alle tessere. Le ipotesi che al momento si possono proporre sono quelle di una sostituzione della tessera rossa, avvenuta in tempi successivi alla realizzazione della vetrata, oppure l’impiego di una particolare tecnologia per la realizzazione del vetro rosso. Le tessere realizzate con Na-vetro sono state confrontate con alcune tessere di mosaico restituite dallo scavo archeologico condotto nel Duomo di Siena e con alcune produzioni coeve, di centri della Toscana centrale (Germagnana di Gambassi). Le evidenze riscontrate indicano una buona affinità tra la composizione delle tessere della vetrata, delle tessere dei mosaici e dei manufatti di produzione locale. Questo suggerisce un probabile utilizzo di vetro prodotto in Toscana, per la realizzazione delle tessere della vetrata istoriata, anche se il minore contenuto di Al2O3 delle tessere gialle, verdi e violette, suggerisce il probabile utilizzo di vetrificante molto puro per la produzione delle tessere della vetrata, rispetto a quello utilizzato nella produzione gambassina. Il confronto delle tessere della vetrata con i vetri di altri centri di produzione italiani, quali quelli veneziani e di San Vincenzo al Volturno, della Cripta Balbi, o con manufatti dell’Europa Centrale, Sion, Valais-CH, mostrano alcune sostanziali differenze comopositive. I vetri qui esaminati si distinguono per il minor contenuto di Na2O, Al2O3 e il maggiore contenuto di MgO. Tali differenze indicano l’utilizzo di un differente tipo di fondente.

La provenienza del vetro usato per la vetrata di Duccio: un approccio interdisciplinare

MESSIGA, BRUNO;RICCARDI, MARIA PIA;
2007-01-01

Abstract

In occasione del restauro della vetrata del Duomo di Siena, attribuita a Duccio di Buoninsegna, è stata avviata una campagna d’indagini scientifiche rivolta soprattutto ad una più approfondita conoscenza dei materiali impiegati nelle tessere vitree. L’indagine archeometrica condotta su alcuni frammenti di tessere in vetro prelevati al di sotto delle legature di piombo, hanno dimostrato che la “Rosa” di Duccio, disegnata e decorata a grisaille Duccio di Buoninsegna, è stata realizzala con vetri appartenenti alla famiglia composizionale degli Na-vetri. Fa eccezione una tessera di vetro rosso, la sola esaminata a tutt’oggi di tale colore, realizzata con K-Ca vetro. Lo spessore medio delle tesse colorate in massa varia da 2.0 a 2.5 mm. La stratigrafia della tessera rossa mostra la sovrapposizione di un sottile strato esterno di vetro rosso (di circa 100 μm) su un vetro di supporto di colore giallo ambra. Le tessere realizzate con Na-vetro presentano un contenuto di Na2O variabile tra 12 e 15 wt%; CaO mostra valori compresi tra 8 e 10 wt%. Il contenuto di MgO è circa 4 wt% e K2O non raggiunge il valore di 3 wt%. Variazioni nelle abbondanze di Al2O3 sono riscontrabili nella tessera azzurra (3 wt%) rispetto alle altre tessere colorate in massa (0.7-1 wt%). La tessera rossa (contrassegnata come rosso 2A) ha valori di K2O compresi tra 20 e 22 wt% e contenuti di CaO più elevati (16-18 wt%). P2O5 è presente sia nel vetro incolore che nello strato di vetro rosso. Tali caratteri composizionali permettono di comparare questa tessera al gruppo composizionale “Type III” ed è quindi molto simile al vetro medievale d’oltralpe. La composizione di tale tessera risulta anomala rispetto alle tessere. Le ipotesi che al momento si possono proporre sono quelle di una sostituzione della tessera rossa, avvenuta in tempi successivi alla realizzazione della vetrata, oppure l’impiego di una particolare tecnologia per la realizzazione del vetro rosso. Le tessere realizzate con Na-vetro sono state confrontate con alcune tessere di mosaico restituite dallo scavo archeologico condotto nel Duomo di Siena e con alcune produzioni coeve, di centri della Toscana centrale (Germagnana di Gambassi). Le evidenze riscontrate indicano una buona affinità tra la composizione delle tessere della vetrata, delle tessere dei mosaici e dei manufatti di produzione locale. Questo suggerisce un probabile utilizzo di vetro prodotto in Toscana, per la realizzazione delle tessere della vetrata istoriata, anche se il minore contenuto di Al2O3 delle tessere gialle, verdi e violette, suggerisce il probabile utilizzo di vetrificante molto puro per la produzione delle tessere della vetrata, rispetto a quello utilizzato nella produzione gambassina. Il confronto delle tessere della vetrata con i vetri di altri centri di produzione italiani, quali quelli veneziani e di San Vincenzo al Volturno, della Cripta Balbi, o con manufatti dell’Europa Centrale, Sion, Valais-CH, mostrano alcune sostanziali differenze comopositive. I vetri qui esaminati si distinguono per il minor contenuto di Na2O, Al2O3 e il maggiore contenuto di MgO. Tali differenze indicano l’utilizzo di un differente tipo di fondente.
2007
9788877818805
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