All'indomani della campagna garibaldina del 1867 contro lo Stato Pontificio, entrambe le parti in lotta si accusarono a vicenda di crimini e atrocità, e le rispettive vittime furono trasformate in propaganda politica. Nella Roma di Pio IX, il discorso pubblico era dominato dalla commemorazione degli zuavi caduti, trasfigurati in nuovi crociati e martiri cristiani, mentre in tutto Regno d'Italia il rimpatrio dei resti delle camicie rosse mobilitò la società civile e le amministrazioni locali per funerali e imponenti cerimonie secolari, spesso guardati con ostilità da parte del governo e delle prefetture. Anche il problema dei prigionieri italiani a Roma era elemento centrale della narrativa ideologica: i memorialisti cattolici esaltavano il pentimento e la conversione di numerosi volontari feriti; al contrario la stampa radicale aveva trasformato in cliché l'integrità anticlericale dei garibaldini ospedalizzati, come nel caso del giovane Giovanni Cairoli, a cui è stato attribuito (falsamente) un orgoglioso alterco con il Papa stesso. La fase più intensa della lotta simbolica sui corpi dei morti in combattimento continuò fino almeno alla caduta di potere temporale nel 1870, mediante la codificazione di due memorie opposte, di cui esempi significativi furono la celebrazione del funerale dell'eroe Cairoli nel 1869 e le iniziative della Sinistra per garantire assistenza alle famiglie delle ultime vittime della reazione papale (Monti e Tognetti, in primis), sia in Parlamento che attraverso la raccolta fondi nel paese. Tuttavia, il ricordo degli uomini caduti a Mentana (e durante tutta la campagna militare e le relative cospirazioni), ha continuato a rappresentare una frattura ideologica duratura e ha acquisito una pluralità di nuovi significati durante decenni successivi, come testimonia la storia del Memoriale di guerra garibaldino dal 1867 a Milano (1873-1880), risposta repubblicana alla statua in onore di Napoleone III, ispirazione moderata.

I corpi di Mentana: violenza e opinione pubblica nella campagna garibaldina del 1867

CATTANE, MICHELE
2018-01-01

Abstract

All'indomani della campagna garibaldina del 1867 contro lo Stato Pontificio, entrambe le parti in lotta si accusarono a vicenda di crimini e atrocità, e le rispettive vittime furono trasformate in propaganda politica. Nella Roma di Pio IX, il discorso pubblico era dominato dalla commemorazione degli zuavi caduti, trasfigurati in nuovi crociati e martiri cristiani, mentre in tutto Regno d'Italia il rimpatrio dei resti delle camicie rosse mobilitò la società civile e le amministrazioni locali per funerali e imponenti cerimonie secolari, spesso guardati con ostilità da parte del governo e delle prefetture. Anche il problema dei prigionieri italiani a Roma era elemento centrale della narrativa ideologica: i memorialisti cattolici esaltavano il pentimento e la conversione di numerosi volontari feriti; al contrario la stampa radicale aveva trasformato in cliché l'integrità anticlericale dei garibaldini ospedalizzati, come nel caso del giovane Giovanni Cairoli, a cui è stato attribuito (falsamente) un orgoglioso alterco con il Papa stesso. La fase più intensa della lotta simbolica sui corpi dei morti in combattimento continuò fino almeno alla caduta di potere temporale nel 1870, mediante la codificazione di due memorie opposte, di cui esempi significativi furono la celebrazione del funerale dell'eroe Cairoli nel 1869 e le iniziative della Sinistra per garantire assistenza alle famiglie delle ultime vittime della reazione papale (Monti e Tognetti, in primis), sia in Parlamento che attraverso la raccolta fondi nel paese. Tuttavia, il ricordo degli uomini caduti a Mentana (e durante tutta la campagna militare e le relative cospirazioni), ha continuato a rappresentare una frattura ideologica duratura e ha acquisito una pluralità di nuovi significati durante decenni successivi, come testimonia la storia del Memoriale di guerra garibaldino dal 1867 a Milano (1873-1880), risposta repubblicana alla statua in onore di Napoleone III, ispirazione moderata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1280106
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