Il contributo propone di guardare al gioco con il filtro dell'etica della cura, indentificandolo così come la "voce resistente" del bambino: averne cura significa permetterne l'espressione piena e ascoltarla nelle esigenze e curiosità che manifesta, per rendere effettiva la partecipazione del bambino alla costruzione del suo percorso educativo. . Su questa base, il gioco viene proposto come forma di pensiero ad alta voce e come laboratorio culturale. Viene illustrato l'approccio del "lavorare per progetti" realizzato nelle scuole dell'infanzia statali di Fossano, che risponde alla prospettiva sul gioco assunta come riferimento.

Il gioco, la "voce resistente" del bambino

D. Savio
2019-01-01

Abstract

Il contributo propone di guardare al gioco con il filtro dell'etica della cura, indentificandolo così come la "voce resistente" del bambino: averne cura significa permetterne l'espressione piena e ascoltarla nelle esigenze e curiosità che manifesta, per rendere effettiva la partecipazione del bambino alla costruzione del suo percorso educativo. . Su questa base, il gioco viene proposto come forma di pensiero ad alta voce e come laboratorio culturale. Viene illustrato l'approccio del "lavorare per progetti" realizzato nelle scuole dell'infanzia statali di Fossano, che risponde alla prospettiva sul gioco assunta come riferimento.
2019
978-88-430-9523-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1310066
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