L’opera di Nicolò del Preposto rappresenta uno dei più significativi esempi dello straordinario connubio tra poesia e musica che permeò il Trecento italiano. All'interno del corpus figurano i tre generi cardine del repertorio profano – ballata, madrigale e caccia – intonati in polifonia a due e a tre voci, secondo molteplici varietà di tecniche e soluzioni formali. La tradizione manoscritta musicale è costituita da alcune delle principali sillogi antologiche compilate in Italia tra la fine del Trecento e i primi decenni del secolo successivo. Il rilievo conferito a Nicolò all'interno del Codice «Squarcialupi» della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, alla stregua di quello di Bartolino da Padova, è oltrepassato solo dall'indiscusso primato della figura di Francesco Landini. Un documento d’archivio permette di collocare l’attività di Nicolò del Preposto a Firenze negli anni Sessanta, epoca in cui riveste un ruolo chiave nell'interazione tra compositori e rimatori coevi. I testi da lui intonati, d’autore o adespoti, sono caratterizzati da fitte trame di rimandi, più o meno consapevoli, alla tradizione lirica italiana, Dante in primis, e al resto del repertorio musicale arsnovistico. Ebbe probabilmente contatti diretti con importanti poeti fiorentini come Franco Sacchetti e Niccolò Soldanieri, di cui mise in musica varie rime. Intonò inoltre un componimento di Boccaccio e un prezioso madrigale trilingue, forse di Petrarca, cui è associata una virtuosistica veste canonica. L’edizione critica delle rime intonate e, separatamente, delle musiche, destinata agli studiosi e agli esecutori, è completata da un approfondito commento ed è preceduta da un’ampia introduzione che contiene l’esame della tradizione manoscritta musicale e letteraria, l’analisi della notazione, nonché un inquadramento delle composizioni all'interno del sistema trecentesco dei generi poetico-musicali.
Nicolò del Preposto, Opera completa. Edizione critica commentata dei testi intonati e delle musiche
Antonio Calvia
2017-01-01
Abstract
L’opera di Nicolò del Preposto rappresenta uno dei più significativi esempi dello straordinario connubio tra poesia e musica che permeò il Trecento italiano. All'interno del corpus figurano i tre generi cardine del repertorio profano – ballata, madrigale e caccia – intonati in polifonia a due e a tre voci, secondo molteplici varietà di tecniche e soluzioni formali. La tradizione manoscritta musicale è costituita da alcune delle principali sillogi antologiche compilate in Italia tra la fine del Trecento e i primi decenni del secolo successivo. Il rilievo conferito a Nicolò all'interno del Codice «Squarcialupi» della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, alla stregua di quello di Bartolino da Padova, è oltrepassato solo dall'indiscusso primato della figura di Francesco Landini. Un documento d’archivio permette di collocare l’attività di Nicolò del Preposto a Firenze negli anni Sessanta, epoca in cui riveste un ruolo chiave nell'interazione tra compositori e rimatori coevi. I testi da lui intonati, d’autore o adespoti, sono caratterizzati da fitte trame di rimandi, più o meno consapevoli, alla tradizione lirica italiana, Dante in primis, e al resto del repertorio musicale arsnovistico. Ebbe probabilmente contatti diretti con importanti poeti fiorentini come Franco Sacchetti e Niccolò Soldanieri, di cui mise in musica varie rime. Intonò inoltre un componimento di Boccaccio e un prezioso madrigale trilingue, forse di Petrarca, cui è associata una virtuosistica veste canonica. L’edizione critica delle rime intonate e, separatamente, delle musiche, destinata agli studiosi e agli esecutori, è completata da un approfondito commento ed è preceduta da un’ampia introduzione che contiene l’esame della tradizione manoscritta musicale e letteraria, l’analisi della notazione, nonché un inquadramento delle composizioni all'interno del sistema trecentesco dei generi poetico-musicali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.