Il saggio ricostruisce la fitta rete di interessi politici ed economici, ma anche di relazioni personali, legami parentali e amicizie che collegavano i componenti dell’élite cittadina milanese. Sociologicamente eterogenea per nascita, reddito, fede e professione, la Consorteria si riconosceva però in uno spirito e in uno stile di vita aristocratico-borghese, in ideali e convinzioni comuni propagandate, nel variegato panorama della stampa cittadina, tramite “La Perseveranza”. La forma, la diplomazia delle consuetudini, il senso delle circostanze e delle convenienze acquistavano per l’élite di governo una valenza sostanziale, permeando le istituzioni stesse. Radicata nella società civile, questa classe dotata di capacità aggregativa e aperta a processi di borghesizzazione, abituata da decenni di dominazione austriaca a occuparsi di amministrazione e di economia, anziché di politica, si ritrovava impreparata ad assumere funzioni di governo nazionale in linea con il proprio prestigio sociale e la propria forza economica. Sembrano in tal modo trovare spiegazione sia la durevole enfasi posta su una politica che, in linea con la concezione liberale, fosse espressione di valori e di principi più che di interessi, sia la delega anche a deputati non milanesi della rappresentanza in Parlamento.
Una rete amicale di governo: la consorteria nella Milano post-unitaria
COLOMBO, ELISABETTA
2007-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce la fitta rete di interessi politici ed economici, ma anche di relazioni personali, legami parentali e amicizie che collegavano i componenti dell’élite cittadina milanese. Sociologicamente eterogenea per nascita, reddito, fede e professione, la Consorteria si riconosceva però in uno spirito e in uno stile di vita aristocratico-borghese, in ideali e convinzioni comuni propagandate, nel variegato panorama della stampa cittadina, tramite “La Perseveranza”. La forma, la diplomazia delle consuetudini, il senso delle circostanze e delle convenienze acquistavano per l’élite di governo una valenza sostanziale, permeando le istituzioni stesse. Radicata nella società civile, questa classe dotata di capacità aggregativa e aperta a processi di borghesizzazione, abituata da decenni di dominazione austriaca a occuparsi di amministrazione e di economia, anziché di politica, si ritrovava impreparata ad assumere funzioni di governo nazionale in linea con il proprio prestigio sociale e la propria forza economica. Sembrano in tal modo trovare spiegazione sia la durevole enfasi posta su una politica che, in linea con la concezione liberale, fosse espressione di valori e di principi più che di interessi, sia la delega anche a deputati non milanesi della rappresentanza in Parlamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.