Dall'introduzione del volume: «Nel terzo capitolo Simone Ghelli si lancia nell’impresa di ipotizzare un percorso di lettura leviano di cui non è dato trovare riscontri filologici precisi, ma che è tuttavia percepibile “nell’aria” e nelle opere del torinese. Si tratta di una risonanza con il pensiero filosofico di Pierre Bayle e della sua riflessione sulla sofferenza nell’orizzonte speculativo di Levi, il quale tornò sovente a meditare sul problema del male e sulla spinosa questione dell’assenza di Dio e dell’impossibilità di fornire una giustificazione della vita e del mondo. Ghelli arriva così a sostenere che "la posizione di Levi esprime una profonda consapevolezza filosofica, una concatenazione non casuale di concetti e argomenti riconducibile a una tradizione ben precisa: quella dell’ateismo moderno"»
Primo Levi e Pierre Bayle. “Soffro dunque sono”: una lettura dei moderni
Simone Ghelli
Writing – Original Draft Preparation
2020-01-01
Abstract
Dall'introduzione del volume: «Nel terzo capitolo Simone Ghelli si lancia nell’impresa di ipotizzare un percorso di lettura leviano di cui non è dato trovare riscontri filologici precisi, ma che è tuttavia percepibile “nell’aria” e nelle opere del torinese. Si tratta di una risonanza con il pensiero filosofico di Pierre Bayle e della sua riflessione sulla sofferenza nell’orizzonte speculativo di Levi, il quale tornò sovente a meditare sul problema del male e sulla spinosa questione dell’assenza di Dio e dell’impossibilità di fornire una giustificazione della vita e del mondo. Ghelli arriva così a sostenere che "la posizione di Levi esprime una profonda consapevolezza filosofica, una concatenazione non casuale di concetti e argomenti riconducibile a una tradizione ben precisa: quella dell’ateismo moderno"»I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.