In occasione del convegno caselliano tenutosi alla Fondazione Cini nel 2001, Giovanni Morelli realizzò uno dei suoi studi più complessi e affascinanti: estendendo la visuale sulle poetiche delle avanguardie europee, propose un ritratto a tutto tondo di Alfredo Casella, volto a mettere in crisi i più radicati clichés che ne contrassegnarono la ricezione critica (il camaleontismo, l’attitudine al plagio stilistico, l’insincerità di un’arte à la page, ostinata a inseguire il progresso e i dettami delle ideologie). Morelli offriva la sua lettura come uno spunto foriero di sviluppi, «un malfermo schizzo, [...] il preliminare di un lavoro tutto ancora da fare». Il presente saggio coglie la sfida di un prosieguo di quell’indagine, e lo fa partendo dall’analisi dei nessi e dei sottintesi intertestuali che percorrono la prosa morelliana. Vengono evidenziati i cardini di una più generale valutazione del progetto ‘avanguardista’ della generazione dell’Ottanta, ricompreso sotto la cifra del "nec nec" (la fuga dal presente, il sogno di un ideale inattingibile). Questo costrutto interpretativo di ascendenza montaliana, riscontrato anche negli scritti di Morelli sulla pittura rinascimentale, offre l’aggancio per un approfondimento della musica di Casella in relazione alla figuratività. Gli scenari della lontananza, ottenuti con linee prospettiche che si perdono nel vuoto, trovano infatti una singolare coincidenza con l’immaginario compositivo degli anni Dieci, fatto di algide simmetrie e 'spaesanti' oscillazioni di tritono (si considera, in particolare, un esempio dal poema "Notte di maggio"). Nell'ultima parte del saggio, sulla scorta di alcune tracce ermeneutiche disseminate, quasi nascoste, da Morelli, viene proposto un audace accostamento tra Casella e Luigi Nono. Nel diverso modo con cui i due autori intendono l’esperienza della negazione e del “ritrarsi”, viene individuata la linea di confine (etica ed estetica) tra l’avanguardia italiana del primo e del secondo Novecento.
«In aenigmate ma con figure»: rifrazioni critiche morelliane attorno a un nuovo “ritratto” di Casella (con Nono in controluce)
Fontanelli F.
2017-01-01
Abstract
In occasione del convegno caselliano tenutosi alla Fondazione Cini nel 2001, Giovanni Morelli realizzò uno dei suoi studi più complessi e affascinanti: estendendo la visuale sulle poetiche delle avanguardie europee, propose un ritratto a tutto tondo di Alfredo Casella, volto a mettere in crisi i più radicati clichés che ne contrassegnarono la ricezione critica (il camaleontismo, l’attitudine al plagio stilistico, l’insincerità di un’arte à la page, ostinata a inseguire il progresso e i dettami delle ideologie). Morelli offriva la sua lettura come uno spunto foriero di sviluppi, «un malfermo schizzo, [...] il preliminare di un lavoro tutto ancora da fare». Il presente saggio coglie la sfida di un prosieguo di quell’indagine, e lo fa partendo dall’analisi dei nessi e dei sottintesi intertestuali che percorrono la prosa morelliana. Vengono evidenziati i cardini di una più generale valutazione del progetto ‘avanguardista’ della generazione dell’Ottanta, ricompreso sotto la cifra del "nec nec" (la fuga dal presente, il sogno di un ideale inattingibile). Questo costrutto interpretativo di ascendenza montaliana, riscontrato anche negli scritti di Morelli sulla pittura rinascimentale, offre l’aggancio per un approfondimento della musica di Casella in relazione alla figuratività. Gli scenari della lontananza, ottenuti con linee prospettiche che si perdono nel vuoto, trovano infatti una singolare coincidenza con l’immaginario compositivo degli anni Dieci, fatto di algide simmetrie e 'spaesanti' oscillazioni di tritono (si considera, in particolare, un esempio dal poema "Notte di maggio"). Nell'ultima parte del saggio, sulla scorta di alcune tracce ermeneutiche disseminate, quasi nascoste, da Morelli, viene proposto un audace accostamento tra Casella e Luigi Nono. Nel diverso modo con cui i due autori intendono l’esperienza della negazione e del “ritrarsi”, viene individuata la linea di confine (etica ed estetica) tra l’avanguardia italiana del primo e del secondo Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.