Alla luce della pratica e diffusione del flauto dolce in ambiente viennese a inizio Settecento, l'articolo esamina in particolare una raccolta di sei cantate con flauti e fagotto di Antonio Bononcini, corredate di parti staccate, che aprono interessanti prospettive sulla prassi esecutiva dell'epoca relativa a questi strumenti. Le cantate bononciniane sono esaminate dal punto di vista codicologico e filologico (probabilmente si tratta di un'antologia rilegata insieme ex post e non di una raccolta concepita organicamente da tutto principio), e sono inquadrate in un contesto che comprende anche la pratica familiare degli Asburgo, l'attività di flautista di Giuseppe I, il repertorio a lui dedicato, le composizioni da camera e la presenza dei fiati anche in partiture di più ampio respiro. La presenza di parti staccate nel repertorio cameristico vocale è assai rara, ed è occasione di ripensare alcuni luoghi comuni diffusi nella pratica odierna, come la difficoltà di suonare con due flauti dolci all'unisono oppure l'inserimento del fagotto solo in concomitanza con gli interventi dei flauti, o ancora la necessità della presenza comunque e sempre di un basso d'arco nell'organico del continuo.

«Per l'ammirabile armonia che spiegò con il flauto». Antonio Bononcini, Giuseppe I, Vienna e il flauto dolce: su alcune cantate inedite

Romagnoli Angela
2020-01-01

Abstract

Alla luce della pratica e diffusione del flauto dolce in ambiente viennese a inizio Settecento, l'articolo esamina in particolare una raccolta di sei cantate con flauti e fagotto di Antonio Bononcini, corredate di parti staccate, che aprono interessanti prospettive sulla prassi esecutiva dell'epoca relativa a questi strumenti. Le cantate bononciniane sono esaminate dal punto di vista codicologico e filologico (probabilmente si tratta di un'antologia rilegata insieme ex post e non di una raccolta concepita organicamente da tutto principio), e sono inquadrate in un contesto che comprende anche la pratica familiare degli Asburgo, l'attività di flautista di Giuseppe I, il repertorio a lui dedicato, le composizioni da camera e la presenza dei fiati anche in partiture di più ampio respiro. La presenza di parti staccate nel repertorio cameristico vocale è assai rara, ed è occasione di ripensare alcuni luoghi comuni diffusi nella pratica odierna, come la difficoltà di suonare con due flauti dolci all'unisono oppure l'inserimento del fagotto solo in concomitanza con gli interventi dei flauti, o ancora la necessità della presenza comunque e sempre di un basso d'arco nell'organico del continuo.
2020
978-88-5543-027-2
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