Il saggio analizza i rimedi applicabili nello scenario che vede le parti di un contratto di scambio addebitarsi reciprocamente l'inadempimento, nella prospettiva della protezione dell'interesse positivo. A fronte della risoluzione, che scioglie il rapporto gravemente alterato, operano rimedi che hanno la funzione di stimolare, imporre o riprodurre in termini monetari [cioè, per equivalente] l’attuazione dello scambio, proteggendo direttamente o indirettamente l’interesse positivo. Stimola l’attuazione dello scambio l’eccezione di inadempimento, la impone l’azione di adempimento, la riproduce “per equivalente” il risarcimento del danno. I rapporti tra tali rimedi e la risoluzione dipendono dalla condotta tenuta dentro e fuori il processo dalla parte che li invoca, contestualmente alla propria domanda di risoluzione o in antitesi alla pretesa risolutoria della controparte. Se tale condotta denota una seria attitudine ad attuare lo scambio, l’interesse positivo merita di essere tutelato: le domande di adempimento e risarcimento vengono accolte, mentre la contrapposta azione di risoluzione è efficacemente contrastata mediante l’eccezione di inadempimento. Se invece il comportamento tenuto è incompatibile con una seria propensione attuare il rapporto, l’interesse positivo non viene protetto, con il conseguente rigetto delle domande di adempimento e risarcimento e dell’eccezione di inadempimento eventualmente opposta: il contratto si scioglie senza l’attribuzione di un risarcimento o addirittura con la condanna a risarcire il danno subito dalla controparte. Identificati i temi che compongono il quadro dell’inadempimento reciproco, il contributo analizza il modo in cui vengono affrontati e propone soluzioni orientate al perseguimento di una tutela piena dell'interesse positivo. Viene analizzato in primo luogo lo scenario che vede la controversia intercorrente tra le parti sfociare nella proposizione di contrapposte domande di risoluzione e risarcimento del danno (§§ 3-6); si riflette, quindi sulla situazione in cui alle domande di risoluzione e risarcimento proposte da una delle parti si contrapponga l’azione di adempimento dell’altra (§ 7); i risultati raggiunti, infine, vengono collocati sullo sfondo dei lineamenti che caratterizzano la fisionomia del contratto nell’età contemporanea, quando la funzione della figura diviene quella di programmare operazioni economiche e il suo baricentro si identifica con la protezione dell’interesse positivo (§ 8).

Quando l’inadempimento è reciproco: il piano dei rimedi e la proiezione dell’interesse positivo

Matteo Dellacasa
2020-01-01

Abstract

Il saggio analizza i rimedi applicabili nello scenario che vede le parti di un contratto di scambio addebitarsi reciprocamente l'inadempimento, nella prospettiva della protezione dell'interesse positivo. A fronte della risoluzione, che scioglie il rapporto gravemente alterato, operano rimedi che hanno la funzione di stimolare, imporre o riprodurre in termini monetari [cioè, per equivalente] l’attuazione dello scambio, proteggendo direttamente o indirettamente l’interesse positivo. Stimola l’attuazione dello scambio l’eccezione di inadempimento, la impone l’azione di adempimento, la riproduce “per equivalente” il risarcimento del danno. I rapporti tra tali rimedi e la risoluzione dipendono dalla condotta tenuta dentro e fuori il processo dalla parte che li invoca, contestualmente alla propria domanda di risoluzione o in antitesi alla pretesa risolutoria della controparte. Se tale condotta denota una seria attitudine ad attuare lo scambio, l’interesse positivo merita di essere tutelato: le domande di adempimento e risarcimento vengono accolte, mentre la contrapposta azione di risoluzione è efficacemente contrastata mediante l’eccezione di inadempimento. Se invece il comportamento tenuto è incompatibile con una seria propensione attuare il rapporto, l’interesse positivo non viene protetto, con il conseguente rigetto delle domande di adempimento e risarcimento e dell’eccezione di inadempimento eventualmente opposta: il contratto si scioglie senza l’attribuzione di un risarcimento o addirittura con la condanna a risarcire il danno subito dalla controparte. Identificati i temi che compongono il quadro dell’inadempimento reciproco, il contributo analizza il modo in cui vengono affrontati e propone soluzioni orientate al perseguimento di una tutela piena dell'interesse positivo. Viene analizzato in primo luogo lo scenario che vede la controversia intercorrente tra le parti sfociare nella proposizione di contrapposte domande di risoluzione e risarcimento del danno (§§ 3-6); si riflette, quindi sulla situazione in cui alle domande di risoluzione e risarcimento proposte da una delle parti si contrapponga l’azione di adempimento dell’altra (§ 7); i risultati raggiunti, infine, vengono collocati sullo sfondo dei lineamenti che caratterizzano la fisionomia del contratto nell’età contemporanea, quando la funzione della figura diviene quella di programmare operazioni economiche e il suo baricentro si identifica con la protezione dell’interesse positivo (§ 8).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1403157
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