Il libro è il risultato di una riflessione teorica e di una ricerca empirica che è durata alcuni anni e che si è svolta quindici anni dopo un analogo lavoro condotto dall'autrice nello stesso contesto (hinterland milanese) e con gli stessi strumenti metodologici (osservazione partecipante e interviste in profondità). (Calabrò, Il vento non soffia più, Marsilio, 1992). Il libro si divide in tre parti. Nella prima si affronta la questione zingara da un punto di vista teorico. La letteratura nazionale e internazionale esistente sull'argomento viene criticata e si propone una prospettiva diversa di intendere sia il concetto di identità etnica e culturale (in generale e nello specifico dei Rom e dei Sinti italiani) che le modalità di vita e i caratteri culturali che tale identità esprime. In sintesi si sostiene che sia una particolare modalità di intendere il tempo e lo spazio (diversa da quella socialmente condivisa) a costituire tradizionalmente tale identità e che, per tale ragione, essa rischia di rappresentare una trappola identitaria che impedisce il processo di emancipazione sociale. Nella seconda parte si analizzano le dinamiche che accompagnano l’inserimento dei bambini zingari nelle scuole e i vissuti e la progettualità di alcune ragazze detenute. Due situazioni che , se pure tra loro molto diverse, portano i segni di un cambiamento positivo sotto il segno dell’ambivalenza culturale. Infine, vengono descritti i diversi stili di vita degli zingari e le modalità di relazione con il contesto maggioritario. Si conclude con un’analisi del caso milanese mettendo a confronto i risultati della prima indagine con quest’ultima per valutare i cambiamenti avvenuti, i processi di trasformazione in atto e le azioni positive da intraprendere.
ZINGARI. STORIA DI UN'EMERGENZA ANNUNCIATA
CALABRO', ANNA RITA
2008-01-01
Abstract
Il libro è il risultato di una riflessione teorica e di una ricerca empirica che è durata alcuni anni e che si è svolta quindici anni dopo un analogo lavoro condotto dall'autrice nello stesso contesto (hinterland milanese) e con gli stessi strumenti metodologici (osservazione partecipante e interviste in profondità). (Calabrò, Il vento non soffia più, Marsilio, 1992). Il libro si divide in tre parti. Nella prima si affronta la questione zingara da un punto di vista teorico. La letteratura nazionale e internazionale esistente sull'argomento viene criticata e si propone una prospettiva diversa di intendere sia il concetto di identità etnica e culturale (in generale e nello specifico dei Rom e dei Sinti italiani) che le modalità di vita e i caratteri culturali che tale identità esprime. In sintesi si sostiene che sia una particolare modalità di intendere il tempo e lo spazio (diversa da quella socialmente condivisa) a costituire tradizionalmente tale identità e che, per tale ragione, essa rischia di rappresentare una trappola identitaria che impedisce il processo di emancipazione sociale. Nella seconda parte si analizzano le dinamiche che accompagnano l’inserimento dei bambini zingari nelle scuole e i vissuti e la progettualità di alcune ragazze detenute. Due situazioni che , se pure tra loro molto diverse, portano i segni di un cambiamento positivo sotto il segno dell’ambivalenza culturale. Infine, vengono descritti i diversi stili di vita degli zingari e le modalità di relazione con il contesto maggioritario. Si conclude con un’analisi del caso milanese mettendo a confronto i risultati della prima indagine con quest’ultima per valutare i cambiamenti avvenuti, i processi di trasformazione in atto e le azioni positive da intraprendere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.