Nell’analisi dello spazio sonoro entro cui si muove la composizione cinquecentesca un aspetto piuttosto interessante è costituito dall’osservazione del sistema teorico pratico di riferimento (che siano gli otto modi tradizionali, gli otto modi nella didattica della polifonia, o uno dei sistemi di dodici modi), ma ancor più del suo utilizzo sistematico per l’organizzazione complessiva e ordinata di una raccolta come parametro pre-compositivo. Questo avviene nella sua veste più frequente nella musica strumentale di destinazione tastieristica esclusiva (mediante intavolatura o partitura) o privilegiata (l’edizione a parti separate). La loro peculiarità, presente in buona parte delle raccolte, sta proprio nella chiara specificazione del modo di impianto e, di conseguenza, del sistema di riferimento, insieme ad una organizzazione complessiva il più delle volte (anche se non sempre) dovuta all’autore stesso e non dall’editore o dal curatore. E in tale ambito sono senza dubbio le raccolte di ricercari ad occupare un posto privilegiato, visto che a partire dalla Intavolatura di Merulo del 1567 fino alla fine del secondo decennio del XVII secolo la successione modale delle singole composizioni diventa un elemento caratteristico e caratterizzante. Il ricercare diventa così uno strumento prezioso nello studio della modalità tardo cinquecentesca - primo seicentesca; la mancanza di un testo permette di ragionare sulle pure strutture musicali orizzontali e verticali, nonché sull’orizzonte sonoro globale, sul sistema complessivo entro il quale organizzare tutti i vari parametri. Il contributo si concentrerà quindi sulla definizione degli aspetti ordinatori generali delle raccolte e sul loro fare riferimento (esplicito o implicito) all’uno o all’altro sistema, ovvero alla concezione ‘esterna’ dei modi, che pure permette diverse considerazioni.
Toni e modi in alcune raccolte italiane di ricercari tra XVI e XVII secolo
TIBALDI
2021-01-01
Abstract
Nell’analisi dello spazio sonoro entro cui si muove la composizione cinquecentesca un aspetto piuttosto interessante è costituito dall’osservazione del sistema teorico pratico di riferimento (che siano gli otto modi tradizionali, gli otto modi nella didattica della polifonia, o uno dei sistemi di dodici modi), ma ancor più del suo utilizzo sistematico per l’organizzazione complessiva e ordinata di una raccolta come parametro pre-compositivo. Questo avviene nella sua veste più frequente nella musica strumentale di destinazione tastieristica esclusiva (mediante intavolatura o partitura) o privilegiata (l’edizione a parti separate). La loro peculiarità, presente in buona parte delle raccolte, sta proprio nella chiara specificazione del modo di impianto e, di conseguenza, del sistema di riferimento, insieme ad una organizzazione complessiva il più delle volte (anche se non sempre) dovuta all’autore stesso e non dall’editore o dal curatore. E in tale ambito sono senza dubbio le raccolte di ricercari ad occupare un posto privilegiato, visto che a partire dalla Intavolatura di Merulo del 1567 fino alla fine del secondo decennio del XVII secolo la successione modale delle singole composizioni diventa un elemento caratteristico e caratterizzante. Il ricercare diventa così uno strumento prezioso nello studio della modalità tardo cinquecentesca - primo seicentesca; la mancanza di un testo permette di ragionare sulle pure strutture musicali orizzontali e verticali, nonché sull’orizzonte sonoro globale, sul sistema complessivo entro il quale organizzare tutti i vari parametri. Il contributo si concentrerà quindi sulla definizione degli aspetti ordinatori generali delle raccolte e sul loro fare riferimento (esplicito o implicito) all’uno o all’altro sistema, ovvero alla concezione ‘esterna’ dei modi, che pure permette diverse considerazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.