In Estremo Oriente esiste un arcipelago composto da una moltitudine di isole, dove la cultura occidentale ha iniziato a mettere radici sin dalla metà dal XVI secolo quando le relazioni commerciali si erano fortemente intensificate. Nonostante la storia abbia poi rallentato questi scambi culturali nulla è andato mai perduto e tutto ha continuato il proprio decorso secondo leggi e criteri che hanno generato interessanti interconnessioni tra Oriente e Occidente. Questo arcipelago è il Giappone e da sempre ha ispirato forti interessi da parte di viaggiatori e studiosi provenienti da differenti parti del mondo. Si sono andati così formando diversi palinsesti interpretativi che hanno a loro volta generato teorie e pensieri spesso dettati da aspetti anche emozionali. Sono le esperienze descritte e illustrate in interessanti taccuini di viaggio di italiani che nel XX secolo hanno conosciuto e apprezzato la cultura del Sol Levante. Sulla base di queste premesse, attraverso scritti e appunti di viaggio dello scrittore-etnologo Fosco Mariani, del giornalista Mario Gromo e dell’architetto Carlo Scarpa, il contributo intende analizzare e illustrare come il linguaggio della cultura giapponese sia stato ispiratore e testimone di innovazioni creative che hanno caratterizzato il contesto culturale italiano tanto nella letteratura quanto nelle arti. La ricaduta della cultura giapponese sull’attività creativa di questi studiosi è certamente il risultato di un sistema di rapporti e di suggestioni che sono andati ben oltre gli scritti e i segni tangibili, ed è proprio su questo “oltre” che si intendono ricercare le radici di un linguaggio che ha unito l’Oriente con l’Occidente.

Il linguaggio della cultura giapponese nei taccuini di viaggio di Fosco Maraini, Mario Gromo e Carlo Scarpa

OLIMPIA NIGLIO
2020-01-01

Abstract

In Estremo Oriente esiste un arcipelago composto da una moltitudine di isole, dove la cultura occidentale ha iniziato a mettere radici sin dalla metà dal XVI secolo quando le relazioni commerciali si erano fortemente intensificate. Nonostante la storia abbia poi rallentato questi scambi culturali nulla è andato mai perduto e tutto ha continuato il proprio decorso secondo leggi e criteri che hanno generato interessanti interconnessioni tra Oriente e Occidente. Questo arcipelago è il Giappone e da sempre ha ispirato forti interessi da parte di viaggiatori e studiosi provenienti da differenti parti del mondo. Si sono andati così formando diversi palinsesti interpretativi che hanno a loro volta generato teorie e pensieri spesso dettati da aspetti anche emozionali. Sono le esperienze descritte e illustrate in interessanti taccuini di viaggio di italiani che nel XX secolo hanno conosciuto e apprezzato la cultura del Sol Levante. Sulla base di queste premesse, attraverso scritti e appunti di viaggio dello scrittore-etnologo Fosco Mariani, del giornalista Mario Gromo e dell’architetto Carlo Scarpa, il contributo intende analizzare e illustrare come il linguaggio della cultura giapponese sia stato ispiratore e testimone di innovazioni creative che hanno caratterizzato il contesto culturale italiano tanto nella letteratura quanto nelle arti. La ricaduta della cultura giapponese sull’attività creativa di questi studiosi è certamente il risultato di un sistema di rapporti e di suggestioni che sono andati ben oltre gli scritti e i segni tangibili, ed è proprio su questo “oltre” che si intendono ricercare le radici di un linguaggio che ha unito l’Oriente con l’Occidente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1448179
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