La piana pavese, per la storica ricchezza del suo sistema di canalizzazioni, si presta quale ambiente emblematico al racconto di trasformazioni e modifiche del territorio legate alla tematica dell’acqua. Questi mutamenti, nel tempo, hanno definito il carattere identitario di insediamenti rurali, borghi e città, segnando profondamente lo sviluppo del territorio. I percorsi dell’acqua, comprensivi delle tratte un tempo navigabili di collegamento tra le realtà urbane della piana, hanno permeato i diversi ambienti costruiti. Opere di cui sono esempi alzaie, ponti, chiuse e scali sono qui disseminate, dando luogo a una complessa morfologia caratterizzata da lievi pendenze, dislivelli e una struttura che dipende da una rete di episodi ingegneristici. Tale rete è costituita da una moltitudine di elementi: un patrimonio idraulico che oggi ha perduto parte delle sue funzioni mantenendo però una presenza dalla valenza storica ed economica, che esplicita un elevato potenziale in termini di patrimonio culturale. Al fine di conoscere, gestire e valorizzare questo patrimonio è stata avviata una ricerca per definire le più opportune strategie di documentazione e di rappresentazione mediante tecnologie digitali. Le attività condotte intendono perseguire obiettivi di tipo: documentale, il recupero dei segni di quegli elementi identitari legati al sistema idrico; di sensibilizzazione, la comunicazione attraverso la rappresentazione; e gestionale, la traduzione di questi segni in strumenti veloci e affidabili di conoscenza del patrimonio idraulico e della sua collocazione sul territorio, di utilità per la pubblica amministrazione e per le associazioni che gestiscono i corsi d’acqua. Il presente contributo propone una sperimentazione sulle attività di acquisizione ed elaborazione dati, ponendo a confronto diverse metodologie di ricerca applicata tese a validare forme di rappresentazione impiegando modelli e mappe tridimensionali dei sistemi e delle reti idrauliche. Da una prima fase di indagine cartografica e di analisi delle fonti, riscontrando le specificità dei luoghi attraverso sopralluoghi sul campo, è stata individuata un’area campione sulla quale condurre le sperimentazioni. In questa sono visibili i due navigli, il vecchio e il nuovo; la chiusa di Borgarello, l’ultima conca geograficamente collocata all’interno del territorio comunale di Pavia; il piccolo centro urbano della frazione del Cassinino e numerosi canali irrigui che si dipartono da entrambi i navigli. L’area è di interesse per una serie di manufatti idraulici storici di pregio, alcuni dei quali rimasti visibili solamente in questa conca. Per ottenere una corretta documentazione di argini, elementi architettonici idraulici e reti distributive, dando loro configurazione all’interno di un database metricamente e geometricamente affidabile, sono state condotte campagne di acquisizione con strumentazione digitale. Immaginando che queste procedure potessero poi essere replicate su un territorio più ampio, è stata valutata la modalità di rilevamento con strumentazione di tipo fast survey. La totalità dei dati raccolti ha permesso di costruire un modello tridimensionale discretizzato a scala territoriale e modelli tridimensionali di dettaglio degli elementi del patrimonio idraulico. I prodotti digitali ottenuti aprono la strada a diverse applicazioni possibili, tra cui quelle inerenti alla facilitazione della gestione del patrimonio da parte di pubbliche amministrazioni o associazioni attive sul territorio, tramite l’inserimento di modelli 3D su piattaforma GIS per la definizione di mappe tridimensionali.

Procedure di rappresentazione per l’analisi e la gestione del sistema di canalizzazione della piana pavese. Representation Procedures for the Analysis and Management of the Canalization System of the Pavia Plain

Silvia La Placa
2021-01-01

Abstract

La piana pavese, per la storica ricchezza del suo sistema di canalizzazioni, si presta quale ambiente emblematico al racconto di trasformazioni e modifiche del territorio legate alla tematica dell’acqua. Questi mutamenti, nel tempo, hanno definito il carattere identitario di insediamenti rurali, borghi e città, segnando profondamente lo sviluppo del territorio. I percorsi dell’acqua, comprensivi delle tratte un tempo navigabili di collegamento tra le realtà urbane della piana, hanno permeato i diversi ambienti costruiti. Opere di cui sono esempi alzaie, ponti, chiuse e scali sono qui disseminate, dando luogo a una complessa morfologia caratterizzata da lievi pendenze, dislivelli e una struttura che dipende da una rete di episodi ingegneristici. Tale rete è costituita da una moltitudine di elementi: un patrimonio idraulico che oggi ha perduto parte delle sue funzioni mantenendo però una presenza dalla valenza storica ed economica, che esplicita un elevato potenziale in termini di patrimonio culturale. Al fine di conoscere, gestire e valorizzare questo patrimonio è stata avviata una ricerca per definire le più opportune strategie di documentazione e di rappresentazione mediante tecnologie digitali. Le attività condotte intendono perseguire obiettivi di tipo: documentale, il recupero dei segni di quegli elementi identitari legati al sistema idrico; di sensibilizzazione, la comunicazione attraverso la rappresentazione; e gestionale, la traduzione di questi segni in strumenti veloci e affidabili di conoscenza del patrimonio idraulico e della sua collocazione sul territorio, di utilità per la pubblica amministrazione e per le associazioni che gestiscono i corsi d’acqua. Il presente contributo propone una sperimentazione sulle attività di acquisizione ed elaborazione dati, ponendo a confronto diverse metodologie di ricerca applicata tese a validare forme di rappresentazione impiegando modelli e mappe tridimensionali dei sistemi e delle reti idrauliche. Da una prima fase di indagine cartografica e di analisi delle fonti, riscontrando le specificità dei luoghi attraverso sopralluoghi sul campo, è stata individuata un’area campione sulla quale condurre le sperimentazioni. In questa sono visibili i due navigli, il vecchio e il nuovo; la chiusa di Borgarello, l’ultima conca geograficamente collocata all’interno del territorio comunale di Pavia; il piccolo centro urbano della frazione del Cassinino e numerosi canali irrigui che si dipartono da entrambi i navigli. L’area è di interesse per una serie di manufatti idraulici storici di pregio, alcuni dei quali rimasti visibili solamente in questa conca. Per ottenere una corretta documentazione di argini, elementi architettonici idraulici e reti distributive, dando loro configurazione all’interno di un database metricamente e geometricamente affidabile, sono state condotte campagne di acquisizione con strumentazione digitale. Immaginando che queste procedure potessero poi essere replicate su un territorio più ampio, è stata valutata la modalità di rilevamento con strumentazione di tipo fast survey. La totalità dei dati raccolti ha permesso di costruire un modello tridimensionale discretizzato a scala territoriale e modelli tridimensionali di dettaglio degli elementi del patrimonio idraulico. I prodotti digitali ottenuti aprono la strada a diverse applicazioni possibili, tra cui quelle inerenti alla facilitazione della gestione del patrimonio da parte di pubbliche amministrazioni o associazioni attive sul territorio, tramite l’inserimento di modelli 3D su piattaforma GIS per la definizione di mappe tridimensionali.
2021
978 88 99586 20 1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1451270
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