L’articolo bersaglio di Cesare Cornoldi (2020), rivolto a un pubblico di lettori esperti, porta l’attenzione del lettore su un tema che nel contesto italiano non ha sempre ricevuto la giusta attenzione benché nel panorama internazionale dai primi del ’900 sia stato oggetto di indagine e ricerca che ha prodotto una copiosa letteratura. Il tema della plusdotazione ruota attorno al funzionamento cerebrale e all’intelligenza e quindi alla sua misurazione, e negli anni questo interesse non è mai venuto scemando tra i ricercatori, sia a livello europeo, soprattutto la scuola francese, che d’oltreoceano. Tuttavia, in Italia è stato poco oggetto di ricerca in psicologia1 o trascurato perché forse come afferma Cornoldi «una ragione di fragilità può essere che la Psicologia si sente molto più impegnata nello studio dei “deboli”, per capire come aiutarli e considera erroneamente la plusdotazione un fenomeno di questo punto di vista non bisognoso». Premesso che questa prospettiva è rintracciabile anche nel mondo della scuola per cui l’attenzione alle difficoltà diventa spesso prevalente, se non addirittura preponderante, a scapito di tutto ciò che riguarda il potenziale, è opportuno analizzarla.

Plusdotazione non solo QI: tra mito e realtà

Zanetti Maria Assunta
2020-01-01

Abstract

L’articolo bersaglio di Cesare Cornoldi (2020), rivolto a un pubblico di lettori esperti, porta l’attenzione del lettore su un tema che nel contesto italiano non ha sempre ricevuto la giusta attenzione benché nel panorama internazionale dai primi del ’900 sia stato oggetto di indagine e ricerca che ha prodotto una copiosa letteratura. Il tema della plusdotazione ruota attorno al funzionamento cerebrale e all’intelligenza e quindi alla sua misurazione, e negli anni questo interesse non è mai venuto scemando tra i ricercatori, sia a livello europeo, soprattutto la scuola francese, che d’oltreoceano. Tuttavia, in Italia è stato poco oggetto di ricerca in psicologia1 o trascurato perché forse come afferma Cornoldi «una ragione di fragilità può essere che la Psicologia si sente molto più impegnata nello studio dei “deboli”, per capire come aiutarli e considera erroneamente la plusdotazione un fenomeno di questo punto di vista non bisognoso». Premesso che questa prospettiva è rintracciabile anche nel mondo della scuola per cui l’attenzione alle difficoltà diventa spesso prevalente, se non addirittura preponderante, a scapito di tutto ciò che riguarda il potenziale, è opportuno analizzarla.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1452161
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