Obiettivi: Il contributo indaga le possibili soluzioni regolative ai tempi di lavoro detti “di terzo tipo”. Metodologia: L’approccio è fondato sull’analisi della giurisprudenza europea e interna, della prassi della Commissione europea, della contrattazione collettiva italiana. Risultati: Nonostante i vincoli comunitari, al legislatore, alla contrattazione collettiva e all’interprete è consentita una certa autonomia per l’adeguata regolazione dei tempi di “on call duty” e “stand-by duty”. Limiti e implicazioni: Alcune delle soluzioni proposte, per taluni settori come la sanità pubblica, devono misurarsi con la questione delle risorse economiche disponibili; alla medicina del lavoro, inoltre, sono richieste più precise indicazioni sulle modalità di valutazione del rischio con riguardo ai tempi di “on call duty”. Originalità: Il tema si salda con quello del diritto di disconnessione in tema di lavoro agile, da cui possono ricavarsi orientamenti utili per la regolazione dei tempi “di terzo tipo”. Objectives: The contribution investigates the possible regulatory solutions to the so-called "third type" working time. Methodology: The approach is based on the analysis of European and domestic case law, the practice of the European Commission, and Italian collective bargaining. Results: Despite EU constraints, the legislator, collective bargaining and the interpreter are allowed some autonomy for the appropriate regulation of "on call duty" and "stand-by duty" times. Limits and implications: Some of the proposed solutions, for certain sectors such as public health, have to deal with the question of available economic resources; more precise indications are also required from occupational medicine on how to assess risk with regard to "on call duty" time.

Problemi irrisolti dei tempi di disponibilità e reperibilità dei lavoratori

Marco Ferraresi
2022-01-01

Abstract

Obiettivi: Il contributo indaga le possibili soluzioni regolative ai tempi di lavoro detti “di terzo tipo”. Metodologia: L’approccio è fondato sull’analisi della giurisprudenza europea e interna, della prassi della Commissione europea, della contrattazione collettiva italiana. Risultati: Nonostante i vincoli comunitari, al legislatore, alla contrattazione collettiva e all’interprete è consentita una certa autonomia per l’adeguata regolazione dei tempi di “on call duty” e “stand-by duty”. Limiti e implicazioni: Alcune delle soluzioni proposte, per taluni settori come la sanità pubblica, devono misurarsi con la questione delle risorse economiche disponibili; alla medicina del lavoro, inoltre, sono richieste più precise indicazioni sulle modalità di valutazione del rischio con riguardo ai tempi di “on call duty”. Originalità: Il tema si salda con quello del diritto di disconnessione in tema di lavoro agile, da cui possono ricavarsi orientamenti utili per la regolazione dei tempi “di terzo tipo”. Objectives: The contribution investigates the possible regulatory solutions to the so-called "third type" working time. Methodology: The approach is based on the analysis of European and domestic case law, the practice of the European Commission, and Italian collective bargaining. Results: Despite EU constraints, the legislator, collective bargaining and the interpreter are allowed some autonomy for the appropriate regulation of "on call duty" and "stand-by duty" times. Limits and implications: Some of the proposed solutions, for certain sectors such as public health, have to deal with the question of available economic resources; more precise indications are also required from occupational medicine on how to assess risk with regard to "on call duty" time.
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