La parola “razza” è (diventata) scabrosa, ma è tuttora persistente. È ripresa anche dalla Costituzione italiana che pure si fonda sui valori di umanità e di rispetto assoluto della persona. Nell’art. 3, comma 1, tale termine costituisce un parametro contro discriminazioni irragionevoli. I costituenti l’hanno recepito per affermare la rottura con il precedente ordinamento totalitario che, anche a livello legislativo, non celava una grave impronta razzista. Il termine “razza” è comunque fallace in quanto assolutamente insignificante, come ormai definitivamente dimostrato dalle conclusioni degli scienziati. I quali, proprio per questo, sollecitano una “terapia” linguistica della stessa Costituzione. Si tratta di una richiesta fondata che potrebbe essere facilmente assecondata con un’opportuna e mirata revisione costituzionale, trovando altre formulazioni linguistiche più rispondenti alla realtà. Le “Istituzioni di alta cultura” sono riconosciute dalla Costituzione anche e soprattutto per il loro ruolo di diffusori di conoscenza e di “verità oggettive”.
"Razza" in Costituzione. Stigma vs. conoscenza
Ernesto Bettinelli
2019-01-01
Abstract
La parola “razza” è (diventata) scabrosa, ma è tuttora persistente. È ripresa anche dalla Costituzione italiana che pure si fonda sui valori di umanità e di rispetto assoluto della persona. Nell’art. 3, comma 1, tale termine costituisce un parametro contro discriminazioni irragionevoli. I costituenti l’hanno recepito per affermare la rottura con il precedente ordinamento totalitario che, anche a livello legislativo, non celava una grave impronta razzista. Il termine “razza” è comunque fallace in quanto assolutamente insignificante, come ormai definitivamente dimostrato dalle conclusioni degli scienziati. I quali, proprio per questo, sollecitano una “terapia” linguistica della stessa Costituzione. Si tratta di una richiesta fondata che potrebbe essere facilmente assecondata con un’opportuna e mirata revisione costituzionale, trovando altre formulazioni linguistiche più rispondenti alla realtà. Le “Istituzioni di alta cultura” sono riconosciute dalla Costituzione anche e soprattutto per il loro ruolo di diffusori di conoscenza e di “verità oggettive”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.