I princìpi codificati nella Poetica di Aristotele, oggi più che mai sottovalutati dagli studiosi, possono in realtà fornirci più d’uno strumento critico-esegetico essenziale per la comprensione dell’intera produzione drammaturgico-musicale di Monteverdi. Nel caso del Ritorno di Ulisse in patria (1640), il più ‘aristotelico’ fra i librettisti veneziani del tempo, Badoaro, riadatta il principale modello epico della Poetica per offrire a Monteverdi l’opportunità di tradurre e sviluppare in termini musicali quella complessa eppur coerente successione di prolungate tensioni psicologiche, improvvise mutazioni affettive, sorprendenti agnizioni, che trovano piena risoluzione soltanto nel finale omerico dell’Odissea – amatissimo da Aristotele proprio per il suo carattere a un tempo tragico e lieto. La musica di Monteverdi svolge in tal senso un ruolo cruciale nella rappresentazione di un macroscopico e assai articolato “rivolgimento dei contrari”, che dall’iniziale “mestizia” di entrambi i protagonisti (Penelope ancor più di Ulisse) conduce in modo graduale ma inesorabile all’affermazione finale di una “allegrezza” perfettamente rispondente all’imminente definizione cartesiana di allégresse (1649).
Monteverdi the Aristotelian Dramatist: The ‘Cheerful Reversal’ of Il ritorno d’Ulisse in patria
Stefano La Via
2022-01-01
Abstract
I princìpi codificati nella Poetica di Aristotele, oggi più che mai sottovalutati dagli studiosi, possono in realtà fornirci più d’uno strumento critico-esegetico essenziale per la comprensione dell’intera produzione drammaturgico-musicale di Monteverdi. Nel caso del Ritorno di Ulisse in patria (1640), il più ‘aristotelico’ fra i librettisti veneziani del tempo, Badoaro, riadatta il principale modello epico della Poetica per offrire a Monteverdi l’opportunità di tradurre e sviluppare in termini musicali quella complessa eppur coerente successione di prolungate tensioni psicologiche, improvvise mutazioni affettive, sorprendenti agnizioni, che trovano piena risoluzione soltanto nel finale omerico dell’Odissea – amatissimo da Aristotele proprio per il suo carattere a un tempo tragico e lieto. La musica di Monteverdi svolge in tal senso un ruolo cruciale nella rappresentazione di un macroscopico e assai articolato “rivolgimento dei contrari”, che dall’iniziale “mestizia” di entrambi i protagonisti (Penelope ancor più di Ulisse) conduce in modo graduale ma inesorabile all’affermazione finale di una “allegrezza” perfettamente rispondente all’imminente definizione cartesiana di allégresse (1649).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.