Il saggio si propone di analizzare temi onto antropologici della letteratura fantastica: a questo fine, prende in esame come il fantastico nella letteratura tra fine Ottocento e Novecento abbia rappresentato la spettralità della condizione umana. Si sofferma in particolare sulla questione dell’altro e sull’esperienza umana come esperienza di reversibilità, chiedendosi come questi temi siano filtrati dalla scrittura letteraria. Più specificamente, oggetto di analisi non sono tanto le costanti tematiche del fantastico, come il doppio e la ripetizione, quanto piuttosto i dinamismi dei testi che costituiscono matrici dinamiche di scrittura, dinamismi legati alla presenza del negativo e dell’indeterminatezza concettuale nei campi semantici. I temi analizzati sono: i passaggi di soglia come matrice di scrittura; lo spaesamento come tema del fantastico moderno; il fantastico come esitazione e non poter esperire; l’alterità nella presenza; la destituzione del concetto di luogo e l’alterità delle radici. Sono analizzati testi di Collodi, Giorgio Caproni, Alberto Savinio, Giorgio Manganelli.
La radice antropologica del fantastico, tra temi letterari e ontologici
Borutti S.
2022-01-01
Abstract
Il saggio si propone di analizzare temi onto antropologici della letteratura fantastica: a questo fine, prende in esame come il fantastico nella letteratura tra fine Ottocento e Novecento abbia rappresentato la spettralità della condizione umana. Si sofferma in particolare sulla questione dell’altro e sull’esperienza umana come esperienza di reversibilità, chiedendosi come questi temi siano filtrati dalla scrittura letteraria. Più specificamente, oggetto di analisi non sono tanto le costanti tematiche del fantastico, come il doppio e la ripetizione, quanto piuttosto i dinamismi dei testi che costituiscono matrici dinamiche di scrittura, dinamismi legati alla presenza del negativo e dell’indeterminatezza concettuale nei campi semantici. I temi analizzati sono: i passaggi di soglia come matrice di scrittura; lo spaesamento come tema del fantastico moderno; il fantastico come esitazione e non poter esperire; l’alterità nella presenza; la destituzione del concetto di luogo e l’alterità delle radici. Sono analizzati testi di Collodi, Giorgio Caproni, Alberto Savinio, Giorgio Manganelli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.