Il contributo offre alcune riflessioni sulle linee evolutive che connotano il contenzioso davanti alla Corte di Strasburgo in relazione alla compatibilità convenzionale delle tesi che negano la veridicità storica dell'Olocausto. Nell'elaborazione della Corte, le esternazioni che si collocano in tale filone rappresentano un caso paradigmatico di incitamento all'odio o hate speech, quale pericoloso veicolo di antisemitismo. Rispetto all'approccio decisorio inaugurato dalla storica decisione Garaudy c. Francia del 2003, fondato sull'applicazione diretta del divieto di abuso del diritto sancito dall'art. 17 CEDU (c.d. "ghigliottina"), alcuni più recenti approdi denotano un apparente cambio di rotta, che potrebbe indicare la propensione della Corte verso un approccio più cauto, che, attraverso la lente dell'art. 10 CEDU, letto alla luce del divieto di abuso delle garanzie fondamentali, ripristina il bilanciamento tra i diversi diritti e interessi in gioco. In uno scenario ancora aperto a sviluppi futuri, sono evidenziate le criticità insite nello strumento della "ghigliottina", sottolineando al contempo l'esigenza di pervenire a soluzioni che assicurino coerenza argomentativa e certezza giuridica.
Il negazionismo nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo: verso un nuovo modello decisorio?
Falconi Federica
2022-01-01
Abstract
Il contributo offre alcune riflessioni sulle linee evolutive che connotano il contenzioso davanti alla Corte di Strasburgo in relazione alla compatibilità convenzionale delle tesi che negano la veridicità storica dell'Olocausto. Nell'elaborazione della Corte, le esternazioni che si collocano in tale filone rappresentano un caso paradigmatico di incitamento all'odio o hate speech, quale pericoloso veicolo di antisemitismo. Rispetto all'approccio decisorio inaugurato dalla storica decisione Garaudy c. Francia del 2003, fondato sull'applicazione diretta del divieto di abuso del diritto sancito dall'art. 17 CEDU (c.d. "ghigliottina"), alcuni più recenti approdi denotano un apparente cambio di rotta, che potrebbe indicare la propensione della Corte verso un approccio più cauto, che, attraverso la lente dell'art. 10 CEDU, letto alla luce del divieto di abuso delle garanzie fondamentali, ripristina il bilanciamento tra i diversi diritti e interessi in gioco. In uno scenario ancora aperto a sviluppi futuri, sono evidenziate le criticità insite nello strumento della "ghigliottina", sottolineando al contempo l'esigenza di pervenire a soluzioni che assicurino coerenza argomentativa e certezza giuridica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.