Nonostante la notazione impiegata da Giovanni Pierluigi da Palestrina sia l’aspetto meno studiato della sua produzione musicale, essa risulta essere invece un elemento di grande interesse sotto il profilo compositivo. L’apparente immediatezza del tempo diminuito, usato in maniera estensiva dal Palestrina, ha indotto a ritenere sostanzialmente identiche situazioni ritmico-dinamiche che in verità nascondono risvolti espressivi degni di nota. L’esame della semiografia palestriniana viene per la prima volta qui condotta su un campione circoscritto della produzione di Pierluigi, ovvero i primi quattro libri di messe, tra i più significativi sotto questo (e altri punti) di vista. Tutti i segni mensurali e le circostanze notazionali, oltre ad essere dettagliatamente elencati in una serie di tavole date in appendice che ne offrono già una categorizzazione funzionale, sono discussi nel dettaglio. La notazione nel suo complesso viene quindi affrontata sotto molteplici punti di vista: da quello storico-teorico, a quello compositivo, senza ignorare quello performativo. Particolare rilevanza viene data all’aspetto ritmico, considerato anche in maniera indipendente dalla notazione, come parametro essenziale, che pur essendo strettamente legato alla scrittura assume una valenza compositiva propria. L’indagine permette inoltre di offrire delle riflessioni di impianto metodologico generale sull’esegesi della notazione mensurale cinquecentesca e sulla comprensione di alcuni fenomeni grafici peculiari. In particolare, si introduce l’impiego di categorie provenienti dalla linguistica e dalla semiotica, per comprendere alcuni usi notazionali altrimenti difficilmente spiegabili alla luce degli approcci storici tradizionali. Lo studio della notazione delle messe del Palestrina diventa in fondo un caso di studio per poter trarre metodologie e strategie analitiche applicabili anche ad altri repertori coevi, e guardare con rinnovato interesse e nuove prospettive alla conoscenza della notazione mensurale.

Palestrina mensuralista: ritmo e notazione nei primi quattro libri di messe

SAGGIO, FRANCESCO
2022-01-01

Abstract

Nonostante la notazione impiegata da Giovanni Pierluigi da Palestrina sia l’aspetto meno studiato della sua produzione musicale, essa risulta essere invece un elemento di grande interesse sotto il profilo compositivo. L’apparente immediatezza del tempo diminuito, usato in maniera estensiva dal Palestrina, ha indotto a ritenere sostanzialmente identiche situazioni ritmico-dinamiche che in verità nascondono risvolti espressivi degni di nota. L’esame della semiografia palestriniana viene per la prima volta qui condotta su un campione circoscritto della produzione di Pierluigi, ovvero i primi quattro libri di messe, tra i più significativi sotto questo (e altri punti) di vista. Tutti i segni mensurali e le circostanze notazionali, oltre ad essere dettagliatamente elencati in una serie di tavole date in appendice che ne offrono già una categorizzazione funzionale, sono discussi nel dettaglio. La notazione nel suo complesso viene quindi affrontata sotto molteplici punti di vista: da quello storico-teorico, a quello compositivo, senza ignorare quello performativo. Particolare rilevanza viene data all’aspetto ritmico, considerato anche in maniera indipendente dalla notazione, come parametro essenziale, che pur essendo strettamente legato alla scrittura assume una valenza compositiva propria. L’indagine permette inoltre di offrire delle riflessioni di impianto metodologico generale sull’esegesi della notazione mensurale cinquecentesca e sulla comprensione di alcuni fenomeni grafici peculiari. In particolare, si introduce l’impiego di categorie provenienti dalla linguistica e dalla semiotica, per comprendere alcuni usi notazionali altrimenti difficilmente spiegabili alla luce degli approcci storici tradizionali. Lo studio della notazione delle messe del Palestrina diventa in fondo un caso di studio per poter trarre metodologie e strategie analitiche applicabili anche ad altri repertori coevi, e guardare con rinnovato interesse e nuove prospettive alla conoscenza della notazione mensurale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1470175
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