La stragrande maggioranza della musica profana cinquecentesca impiega come segno mensurale il tempus imperfectum, sia nella versione ‘integra’ che in quella ‘diminuita’. L’apparente semplicità di questo segno, che rimanda a una suddivisione integralmente binaria dei valori musicali, ha determinato una lettura talvolta semplicistica del significato che questi segni hanno assunto nel corso del XVI secolo. In particolare, non si era mai tentato di validare le informazioni contenute nei trattati teorici con quanto messo in pratica nei monumenti musicali, su una fetta ampia del repertorio, che comprendesse, almeno a grandi linee, tutto il secolo in esame. Il contributo colma questa lacuna offrendo una lettura incrociata della casistica riscontrabile nelle composizioni profane, a partire dal repertorio frottolistico fino ad arrivare ai madrigali di Marenzio e oltre, in parallelo alla lettura dei più importanti trattati teorici. Ciò ha permesso non solo di comprendere situazioni peculiari apparentemente anomale, ma soprattutto di verificare come dietro a una patina di apparente omogeneità si celino circostanze anche molto diverse tra loro, non solo sul piano strettamente notazionale-ritmico ma anche su quello espressivo, in rapporto persino al testo poetico intonato. Lo studio si concentra anche sui problemi relativi alla determinazione dell’unità di tactus, che risulta essere uno degli aspetti più complessi in sede di definizione teorica e che ha dato luogo a non pochi fraintendimenti. Grazie a un nuovo approccio sistematico si è potuto così elaborare una casistica rappresentativa degli stili notazionali in auge nel Cinquecento. Nel corso del testo vengono discussi numerosi casi concreti, di cui si offrono spiegazioni puntuali. Il saggio è inserito in una miscellanea relativa alla notazione dei secc. XIV-XVII, cui hanno collaborato alcuni tra i più importanti studiosi del tema, determinando una caratura internazionale dell’opera che rappresenta un punto fondamentale negli studi più recenti sulla notazione mensurale.
Accezioni orizzontali del Tempus imperfectum integrum e diminutum nella musica profana del Cinquecento
SAGGIO, FRANCESCO
2022-01-01
Abstract
La stragrande maggioranza della musica profana cinquecentesca impiega come segno mensurale il tempus imperfectum, sia nella versione ‘integra’ che in quella ‘diminuita’. L’apparente semplicità di questo segno, che rimanda a una suddivisione integralmente binaria dei valori musicali, ha determinato una lettura talvolta semplicistica del significato che questi segni hanno assunto nel corso del XVI secolo. In particolare, non si era mai tentato di validare le informazioni contenute nei trattati teorici con quanto messo in pratica nei monumenti musicali, su una fetta ampia del repertorio, che comprendesse, almeno a grandi linee, tutto il secolo in esame. Il contributo colma questa lacuna offrendo una lettura incrociata della casistica riscontrabile nelle composizioni profane, a partire dal repertorio frottolistico fino ad arrivare ai madrigali di Marenzio e oltre, in parallelo alla lettura dei più importanti trattati teorici. Ciò ha permesso non solo di comprendere situazioni peculiari apparentemente anomale, ma soprattutto di verificare come dietro a una patina di apparente omogeneità si celino circostanze anche molto diverse tra loro, non solo sul piano strettamente notazionale-ritmico ma anche su quello espressivo, in rapporto persino al testo poetico intonato. Lo studio si concentra anche sui problemi relativi alla determinazione dell’unità di tactus, che risulta essere uno degli aspetti più complessi in sede di definizione teorica e che ha dato luogo a non pochi fraintendimenti. Grazie a un nuovo approccio sistematico si è potuto così elaborare una casistica rappresentativa degli stili notazionali in auge nel Cinquecento. Nel corso del testo vengono discussi numerosi casi concreti, di cui si offrono spiegazioni puntuali. Il saggio è inserito in una miscellanea relativa alla notazione dei secc. XIV-XVII, cui hanno collaborato alcuni tra i più importanti studiosi del tema, determinando una caratura internazionale dell’opera che rappresenta un punto fondamentale negli studi più recenti sulla notazione mensurale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.