Questa riflessione si articola in base a quattro domande attorno al fenomeno e alla narrazione della pandemia, che nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2020 hanno occupato quasi totalmente gli organi di informazione e, di conseguenza, si sono insediati nel dibattito pubblico e politico. Il periodo che analizzeremo è quello che in Italia è stato definito la “Fase 1”, ma lo sguardo dovrà necessariamente essere globale, così come globale è stato il fenomeno. L’approccio che adotteremo attinge dalla geografia culturale, analizzando in prospettiva retorica il complesso discorso che scaturisce dalla rappresentazione cartografica della pandemia. Evidenzieremo come la rappresentazione grafica del fenomeno possa costruire uno o più modelli interpretativi ad uso del pubblico e come questi modelli a loro volta disegnino una geografia differente, modificando virtualmente i confini tradizionali. In alcuni casi vi sono degli accorpamenti di aree usualmente separate e differenti, ma unificate qui da situazioni simili; in altri casi vi sono nette separazioni fra zone usualmente omogenee o considerate tali. Se ciò può essere normale in molte rappresentazioni cartografiche di analisi geopolitiche, solitamente ad uso di ricercatori ed esperti, in questo caso l’importanza del fenomeno è la sua ampia portata e l’incisività che ne consegue, che contribuisce a ridisegnare l’immaginario collettivo dei confini in un pubblico molto vasto.

Covid-19: iperspazialità, iperscalarità e altre modifiche dei confini

Guido Bosticco
2020-01-01

Abstract

Questa riflessione si articola in base a quattro domande attorno al fenomeno e alla narrazione della pandemia, che nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2020 hanno occupato quasi totalmente gli organi di informazione e, di conseguenza, si sono insediati nel dibattito pubblico e politico. Il periodo che analizzeremo è quello che in Italia è stato definito la “Fase 1”, ma lo sguardo dovrà necessariamente essere globale, così come globale è stato il fenomeno. L’approccio che adotteremo attinge dalla geografia culturale, analizzando in prospettiva retorica il complesso discorso che scaturisce dalla rappresentazione cartografica della pandemia. Evidenzieremo come la rappresentazione grafica del fenomeno possa costruire uno o più modelli interpretativi ad uso del pubblico e come questi modelli a loro volta disegnino una geografia differente, modificando virtualmente i confini tradizionali. In alcuni casi vi sono degli accorpamenti di aree usualmente separate e differenti, ma unificate qui da situazioni simili; in altri casi vi sono nette separazioni fra zone usualmente omogenee o considerate tali. Se ciò può essere normale in molte rappresentazioni cartografiche di analisi geopolitiche, solitamente ad uso di ricercatori ed esperti, in questo caso l’importanza del fenomeno è la sua ampia portata e l’incisività che ne consegue, che contribuisce a ridisegnare l’immaginario collettivo dei confini in un pubblico molto vasto.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1470307
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact