Il codice latino monacense 28193 è un manoscritto bolognese del XIII secolo oggi conservato a Monaco di Baviera, che tramanda un corpus di opere giuridico-didattiche riconducibili alla città emiliana e un repertorio di formule per libelli petitori. Questo volume svolge un'analisi complessiva del manoscritto e delle opere in esso tramandate, con un approccio metodologico ampio che spazia dalla paleografia e diplomatica alla storia del papato e delle università, fino a indagare i problemi inerenti la produzione del libro bassomedievale. L'importante repertorio di formule per libelli procuratori e le problematiche che emergono da esso - come i possibili impedimenti matrimoniali (pazzia, parentela, impotenza, ecc.) e le richieste di conferma delle le nomine episcopali - è riletto nel contesto delle forme processuali bassomedievali e della legislazione canonistica, dalle cinque compilazioni antiche alle Decretali di Gregorio IX. È nel rapporto tra il codice inteso come strumento di lavoro e il suo possessore che l'autore individua un modo innovativo di guardare alla funzionalità di libri e libelli nel contesto storico-giuridico del basso medioevo.

Libri, libelli e procuratori : analisi di un codice giuridico

Michele Spadaccini
2016-01-01

Abstract

Il codice latino monacense 28193 è un manoscritto bolognese del XIII secolo oggi conservato a Monaco di Baviera, che tramanda un corpus di opere giuridico-didattiche riconducibili alla città emiliana e un repertorio di formule per libelli petitori. Questo volume svolge un'analisi complessiva del manoscritto e delle opere in esso tramandate, con un approccio metodologico ampio che spazia dalla paleografia e diplomatica alla storia del papato e delle università, fino a indagare i problemi inerenti la produzione del libro bassomedievale. L'importante repertorio di formule per libelli procuratori e le problematiche che emergono da esso - come i possibili impedimenti matrimoniali (pazzia, parentela, impotenza, ecc.) e le richieste di conferma delle le nomine episcopali - è riletto nel contesto delle forme processuali bassomedievali e della legislazione canonistica, dalle cinque compilazioni antiche alle Decretali di Gregorio IX. È nel rapporto tra il codice inteso come strumento di lavoro e il suo possessore che l'autore individua un modo innovativo di guardare alla funzionalità di libri e libelli nel contesto storico-giuridico del basso medioevo.
2016
978-88-99200-28-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1470403
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