Il marmo antico più celebre della Galleria degli Specchi di Palazzo Reale a Genova era un gruppo di Pan e Ninfa, noto sinora da un disegno tardo-settecentesco di Giovanni David. Il gruppo, scomparso dalla Galleria nei primi decenni dell’Ottocento, si riteneva perduto. In questo studio si propone di identificare il marmo genovese con il gruppo di Pan e Ninfa oggi conservato in una collezione privata di New York, dalla rara iconografia che combina insieme due diversi modelli ellenistici. Di questa scultura si è anche ripercorsa, a ritroso, l’interessante storia collezionistica, che ha permesso di collegare il gruppo di Pan e Ninfa (ma anche altri marmi antichi della Galleria degli Specchi) alla collezione di Orazio Di Negro, creata a Genova al principio del Seicento, attraverso acquisti fatti a Roma. Un disegno di Jean Boucher, in cui si è qui riconosciuto il gruppo genovese di Pan e Ninfa, conferma la presenza di questo marmo a Roma nell’anno 1600.

«Opera antica molto bella». Sul gruppo di Pan e Ninfa della collezione di Orazio Di Negro a Genova

Anna Maria Riccomini
2022-01-01

Abstract

Il marmo antico più celebre della Galleria degli Specchi di Palazzo Reale a Genova era un gruppo di Pan e Ninfa, noto sinora da un disegno tardo-settecentesco di Giovanni David. Il gruppo, scomparso dalla Galleria nei primi decenni dell’Ottocento, si riteneva perduto. In questo studio si propone di identificare il marmo genovese con il gruppo di Pan e Ninfa oggi conservato in una collezione privata di New York, dalla rara iconografia che combina insieme due diversi modelli ellenistici. Di questa scultura si è anche ripercorsa, a ritroso, l’interessante storia collezionistica, che ha permesso di collegare il gruppo di Pan e Ninfa (ma anche altri marmi antichi della Galleria degli Specchi) alla collezione di Orazio Di Negro, creata a Genova al principio del Seicento, attraverso acquisti fatti a Roma. Un disegno di Jean Boucher, in cui si è qui riconosciuto il gruppo genovese di Pan e Ninfa, conferma la presenza di questo marmo a Roma nell’anno 1600.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1472674
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