Il saggio presenta un‟analisi sull‟opera dell‟artista Eva Marisaldi (Bologna 1966), Dopolavoro, installazione realizzata nell‟ambito della 48° edizione del Premio Suzzara (2013) presso la Galleria del Premio (Suzzara, Mn) che consiste in quattro “festoni” composti da bandiere rettangolari della dimensione di una pagina di quaderno (cm 18x22) disegnate a mano dall‟artista. Il racconto, così articolato, è costituito da scritte e figure che si riferiscono, oltre che a vicende autobiografiche e all‟attualità di notizie apparse su giornali selezionati dall‟artista stessa, al cinema e a Cesare Zavattini (ideatore del premio insieme a Dino Villani) e alle opere della collezione del Premio. L‟opera intesse uno stretto legame con il tema del “lavoro” in rapporto alla storia del Premio, luogo culturale tra i più significativi dell‟arte del realismo in Italia della seconda metà del secolo scorso. Attraverso il suo intervento Marisaldi aggiunge un ulteriore capitolo a questa storia con una riflessione che parte dagli anni della nascita del Premio dedicato al “lavoro e lavoratori nell‟arte” e si sviluppa attraverso una moderna modalità di confronto con la realtà e con le strategie con cui è possibile raccontarla e rappresentarla.

Eva Marisaldi, Dopolavoro : Frammenti di realtà al Premio Suzzara (1948-2013)

Modena Elisabetta
2016-01-01

Abstract

Il saggio presenta un‟analisi sull‟opera dell‟artista Eva Marisaldi (Bologna 1966), Dopolavoro, installazione realizzata nell‟ambito della 48° edizione del Premio Suzzara (2013) presso la Galleria del Premio (Suzzara, Mn) che consiste in quattro “festoni” composti da bandiere rettangolari della dimensione di una pagina di quaderno (cm 18x22) disegnate a mano dall‟artista. Il racconto, così articolato, è costituito da scritte e figure che si riferiscono, oltre che a vicende autobiografiche e all‟attualità di notizie apparse su giornali selezionati dall‟artista stessa, al cinema e a Cesare Zavattini (ideatore del premio insieme a Dino Villani) e alle opere della collezione del Premio. L‟opera intesse uno stretto legame con il tema del “lavoro” in rapporto alla storia del Premio, luogo culturale tra i più significativi dell‟arte del realismo in Italia della seconda metà del secolo scorso. Attraverso il suo intervento Marisaldi aggiunge un ulteriore capitolo a questa storia con una riflessione che parte dagli anni della nascita del Premio dedicato al “lavoro e lavoratori nell‟arte” e si sviluppa attraverso una moderna modalità di confronto con la realtà e con le strategie con cui è possibile raccontarla e rappresentarla.
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