Attraverso la questione biblica dell’indicibilità del nome di Dio, viene sviluppato il tema della negazione nell'Origine, cioè di un Dio che come causa sui è inesprimibile. Vengono criticate sia la regolamentazione neokantiana delle garanzie dell'ordine, sia la lettura marcionita portata avanti dal marxismo messianico del Novecento, che interpreta Paolo come un maestro della critica dell'ordine legale. Contro questa interpretazione si evidenzia che la venuta del Messia è compresa e raccontata dalla Legge. Viene poi evocata quella linea paolina, da Agostino a Lutero, da Kierkegaard a Taubes e Derrida, che pensavano all'eccezione messianica come a qualcosa che appartiene intrinsecamente alla legge, invece di essere semplicemente antinomica. Indico poi una nuova traduzione della seconda lettera ai Tessalonicesi, al capitolo 2, dove viene introdotta la figura enigmatica del katéchon. Esso viene interpretato come l'espressione di una chiamata (katéchomai: sono avvinto e trascinato) che, del resto, non è nemmeno un'ossessione antinomica. Si tratta invece di una chiamata alla salvezza che si fonda su una grazia eccezionale, cioè sull'assenza della necessità causale della legge, secondo la testimonianza mosaica e messianica del Figlio abbandonato.

Anomia. Mosè, Paolo e il figlio dell'abbandono

Luca Bagetto
2022-01-01

Abstract

Attraverso la questione biblica dell’indicibilità del nome di Dio, viene sviluppato il tema della negazione nell'Origine, cioè di un Dio che come causa sui è inesprimibile. Vengono criticate sia la regolamentazione neokantiana delle garanzie dell'ordine, sia la lettura marcionita portata avanti dal marxismo messianico del Novecento, che interpreta Paolo come un maestro della critica dell'ordine legale. Contro questa interpretazione si evidenzia che la venuta del Messia è compresa e raccontata dalla Legge. Viene poi evocata quella linea paolina, da Agostino a Lutero, da Kierkegaard a Taubes e Derrida, che pensavano all'eccezione messianica come a qualcosa che appartiene intrinsecamente alla legge, invece di essere semplicemente antinomica. Indico poi una nuova traduzione della seconda lettera ai Tessalonicesi, al capitolo 2, dove viene introdotta la figura enigmatica del katéchon. Esso viene interpretato come l'espressione di una chiamata (katéchomai: sono avvinto e trascinato) che, del resto, non è nemmeno un'ossessione antinomica. Si tratta invece di una chiamata alla salvezza che si fonda su una grazia eccezionale, cioè sull'assenza della necessità causale della legge, secondo la testimonianza mosaica e messianica del Figlio abbandonato.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1474136
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