Perché è importante interrogarsi con sincerità su come entriamo, stiamo e agiamo in Università? Perché, sostiene Rachele Borghi – geografa queer, porno-secchiona transfemminista –, “tutti gli ambienti sono intrisi di colonialità. I corpi che li attraversano se ne imbevono e ne diventano portatori inconsapevoli” (p. 38). Decolonialità e privilegio è un libro al contempo pedagogico e trasgressivo. Non c’è da stupirsi: già nelle prime pagine, Borghi dichiara che la sua coscienza femminista è stata profondamente segnata dall’incontro con le opere di bell hooks, intellettuale femminista Nera che ha fatto dell’insegnare a trasgredire una teoria e una pratica politica (cfr. hooks 2020a). Dai testi di bell hooks, Borghi attinge a piene mani, riconoscendo il valore politico di un registro al contempo sofisticato e schietto, in grado di smascherare le gerarchie su cui poggia il mondo accademico e minarne le fondamenta, sviluppando e coltivando uno sguardo oppositivo sul e nel mondo. Decolonialità e privilegio è, in questo senso, un libro che mostra come le parole di bell hooks continuino a ispirare una teoria e una pratica politica femminista creativa, trasformativa e ‘perturbante’. Per questi ed altri motivi, è un libro prezioso: un testo di teoria appassionato, in cui si pratica una metodologia della decolonialità e si propongono suggerimenti di lettura e spunti di approfondimento che mettono al centro la ricchezza del pensiero e della prassi accademica femminista e decoloniale.

Per una ribellione dei corpi in università

Emanuela Mangiarotti
2023-01-01

Abstract

Perché è importante interrogarsi con sincerità su come entriamo, stiamo e agiamo in Università? Perché, sostiene Rachele Borghi – geografa queer, porno-secchiona transfemminista –, “tutti gli ambienti sono intrisi di colonialità. I corpi che li attraversano se ne imbevono e ne diventano portatori inconsapevoli” (p. 38). Decolonialità e privilegio è un libro al contempo pedagogico e trasgressivo. Non c’è da stupirsi: già nelle prime pagine, Borghi dichiara che la sua coscienza femminista è stata profondamente segnata dall’incontro con le opere di bell hooks, intellettuale femminista Nera che ha fatto dell’insegnare a trasgredire una teoria e una pratica politica (cfr. hooks 2020a). Dai testi di bell hooks, Borghi attinge a piene mani, riconoscendo il valore politico di un registro al contempo sofisticato e schietto, in grado di smascherare le gerarchie su cui poggia il mondo accademico e minarne le fondamenta, sviluppando e coltivando uno sguardo oppositivo sul e nel mondo. Decolonialità e privilegio è, in questo senso, un libro che mostra come le parole di bell hooks continuino a ispirare una teoria e una pratica politica femminista creativa, trasformativa e ‘perturbante’. Per questi ed altri motivi, è un libro prezioso: un testo di teoria appassionato, in cui si pratica una metodologia della decolonialità e si propongono suggerimenti di lettura e spunti di approfondimento che mettono al centro la ricchezza del pensiero e della prassi accademica femminista e decoloniale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1475515
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