Nell’età della globalizzazione, ed ancor più nell’attuale fase della post globalizzazione, il paradigma della fiscalità internazionale, risalente agli anni Venti del Novecento, sembra avere necessità di riforma. Una parte essenziale del suo meccano di princìpi – la stabile organizzazione come nexus per la fiscalità internazionale d’impresa – essendo concettualmente modellata sull’economia del mondo “fisico”, più di altre potrebbe simboleggiare il declino per sopravvenuta obsolescenza, ma si è invece dimostrata resiliente in modo significativo: con l’avvento dell’economia “immateriale”, non è stata cancellata, ma modernizzata. Di compromesso in compromesso, il trade off tra istanze di cambiamento e volontà di conservazione trova con difficoltà punti di equilibrio condivisi. L’economia digitale, nella sua dimensione più compiuta e pervasiva, ha scalato l’agenda OCSE/G20 delle azioni prioritarie. Dopo un avvio inconcludente nella prima fase del progetto BEPS, la ricerca di nuovi assetti per la fiscalità internazionale ha battuto vie diverse. Preso atto della relativa astrattezza dell’idea del “luogo di creazione del valore”, come più equo criterio di riparto internazionale dei diritti di prelievo, è prevalso un approccio nuovo a due pilastri. Anche se non sempre sono menzionate espressamente, le società big tech, spesso identificate dall’acronimo GAFA, sono al centro delle strategie difensive sottese ai lavori OCSE/G20/UE. Non mancano i rilievi critici in merito ad essi, né le incertezze sulla loro attuazione.

Terzo millennio, post globalizzazione e stabile organizzazione. Quale tassazione per i GAFA?

Cipollina Silvia
Writing – Review & Editing
2022-01-01

Abstract

Nell’età della globalizzazione, ed ancor più nell’attuale fase della post globalizzazione, il paradigma della fiscalità internazionale, risalente agli anni Venti del Novecento, sembra avere necessità di riforma. Una parte essenziale del suo meccano di princìpi – la stabile organizzazione come nexus per la fiscalità internazionale d’impresa – essendo concettualmente modellata sull’economia del mondo “fisico”, più di altre potrebbe simboleggiare il declino per sopravvenuta obsolescenza, ma si è invece dimostrata resiliente in modo significativo: con l’avvento dell’economia “immateriale”, non è stata cancellata, ma modernizzata. Di compromesso in compromesso, il trade off tra istanze di cambiamento e volontà di conservazione trova con difficoltà punti di equilibrio condivisi. L’economia digitale, nella sua dimensione più compiuta e pervasiva, ha scalato l’agenda OCSE/G20 delle azioni prioritarie. Dopo un avvio inconcludente nella prima fase del progetto BEPS, la ricerca di nuovi assetti per la fiscalità internazionale ha battuto vie diverse. Preso atto della relativa astrattezza dell’idea del “luogo di creazione del valore”, come più equo criterio di riparto internazionale dei diritti di prelievo, è prevalso un approccio nuovo a due pilastri. Anche se non sempre sono menzionate espressamente, le società big tech, spesso identificate dall’acronimo GAFA, sono al centro delle strategie difensive sottese ai lavori OCSE/G20/UE. Non mancano i rilievi critici in merito ad essi, né le incertezze sulla loro attuazione.
2022
9788892144651
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1477917
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