Negli ultimi anni il tema dello spazio aperto ha recuperato centralità all’interno del dibattito sul progetto urbano, interpretando nuove istanze della contemporaneità. Se la modernità ha di fatto sacrificato il piano della città, trasformando quel sistema ininterrotto di spazi pubblici che caratterizzava la città storica europea in infrastrutture funzionali per il traffico veicolare, gli ultimi anni del secolo passato sono stati caratterizzati da un ritorno al “disegno del vuoto” attraverso le esperienze della postmodernità che hanno recuperato il significato formale della tradizione europea di piazze e spazi pubblici; ma è solo con il nuovo secolo che questi si sono arricchiti di nuove istanze collettive ricomprendendo nel progetto del suolo gli aspetti legati alle forme di mobilità lenta e condivisa, all’inclusione sociale, allo svago e al tempo libero, alla rigenerazione urbana, alla risemantizzazione dei luoghi e soprattutto all’ecologia. Alla rigida specializzazione dello spazio pubblico moderno - la pista ciclabile, il marciapiede, il filare di alberi, le corsie per i veicoli e quella per i tram – lo spazio aperto contemporaneo affianca la compresenza di sistemi con vocazione diversa come i percorsi pedonali, gli spazi per la sosta, quelli per l’incontro, le aree umide e quelle secche, i bacini di biodiversità, gli spazi per il gioco; si definiscono così luoghi ibridi, mutevoli nel tempo, che promuovono l’adattamento invece che resistere nella loro determinazione, che si affidano alla natura e alla sua capacità di rinnovarsi per dare risposte ai cambiamenti in essere, culturali, sociali, climatici: “soluzioni naturali” al posto di infrastrutture rigide, compresenza e ibridazione al posto di divisione e semplificazione. Il contributo descrive una serie di strategie di progetto per il rinnovo degli spazi pubblici in città consolidate attraverso 3 progetti realizzati che sintetetizzano gli atti di demolire, rigenerare e costruire.

Acqua e spazi pubblici per una nuova ecologia urbana: demolire, rigenerare, costruire

c. Berizzi
2023-01-01

Abstract

Negli ultimi anni il tema dello spazio aperto ha recuperato centralità all’interno del dibattito sul progetto urbano, interpretando nuove istanze della contemporaneità. Se la modernità ha di fatto sacrificato il piano della città, trasformando quel sistema ininterrotto di spazi pubblici che caratterizzava la città storica europea in infrastrutture funzionali per il traffico veicolare, gli ultimi anni del secolo passato sono stati caratterizzati da un ritorno al “disegno del vuoto” attraverso le esperienze della postmodernità che hanno recuperato il significato formale della tradizione europea di piazze e spazi pubblici; ma è solo con il nuovo secolo che questi si sono arricchiti di nuove istanze collettive ricomprendendo nel progetto del suolo gli aspetti legati alle forme di mobilità lenta e condivisa, all’inclusione sociale, allo svago e al tempo libero, alla rigenerazione urbana, alla risemantizzazione dei luoghi e soprattutto all’ecologia. Alla rigida specializzazione dello spazio pubblico moderno - la pista ciclabile, il marciapiede, il filare di alberi, le corsie per i veicoli e quella per i tram – lo spazio aperto contemporaneo affianca la compresenza di sistemi con vocazione diversa come i percorsi pedonali, gli spazi per la sosta, quelli per l’incontro, le aree umide e quelle secche, i bacini di biodiversità, gli spazi per il gioco; si definiscono così luoghi ibridi, mutevoli nel tempo, che promuovono l’adattamento invece che resistere nella loro determinazione, che si affidano alla natura e alla sua capacità di rinnovarsi per dare risposte ai cambiamenti in essere, culturali, sociali, climatici: “soluzioni naturali” al posto di infrastrutture rigide, compresenza e ibridazione al posto di divisione e semplificazione. Il contributo descrive una serie di strategie di progetto per il rinnovo degli spazi pubblici in città consolidate attraverso 3 progetti realizzati che sintetetizzano gli atti di demolire, rigenerare e costruire.
2023
978-88-229-2128-4
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