L’articolo esamina l’uso della reticenza nell’opera europea tra la fine del Settecento e il pieno Ottocento. Essa è stata spesso esaminata negli studi letterari, ma raramente applicato a testi teatrali, dove invece esso è uno strumento drammaturgico importante dato che il teatro è essenzialmente rappresentazione di atti di comunicazione. Il “dire non dicendo” è uno strumento funzionale alla presentazione di contenuti scabrosi, quali il parricidio, l’incesto, o imbarazzanti, quali in genere il sesso nei rapporti familiari, con forti implicazioni di tipo storico-culturale e antropologico. Dopo una discussione storica e teorica, in cui fra l’altro viene esaminato il concetto wagneriano di “silenzio risuonante” (tönendes Schweigen), il tema viene esemplificato con l’analisi di scene tratte da "La clemenza di Tito" di Mozart, "Stratonice" di Méhul, "Rigoletto" di Verdi e "Die Meistersinger von Nürnberg" di Wagner.
Parlar d’altro, ossia del tacer cantando
Della Seta Fabrizio
2023-01-01
Abstract
L’articolo esamina l’uso della reticenza nell’opera europea tra la fine del Settecento e il pieno Ottocento. Essa è stata spesso esaminata negli studi letterari, ma raramente applicato a testi teatrali, dove invece esso è uno strumento drammaturgico importante dato che il teatro è essenzialmente rappresentazione di atti di comunicazione. Il “dire non dicendo” è uno strumento funzionale alla presentazione di contenuti scabrosi, quali il parricidio, l’incesto, o imbarazzanti, quali in genere il sesso nei rapporti familiari, con forti implicazioni di tipo storico-culturale e antropologico. Dopo una discussione storica e teorica, in cui fra l’altro viene esaminato il concetto wagneriano di “silenzio risuonante” (tönendes Schweigen), il tema viene esemplificato con l’analisi di scene tratte da "La clemenza di Tito" di Mozart, "Stratonice" di Méhul, "Rigoletto" di Verdi e "Die Meistersinger von Nürnberg" di Wagner.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
