Questo volume nasce dal lavoro di ricostituzione del catalogo della biblioteca di Vittorio Alfieri, in buona parte dispersa dopo il 1792 e della quale si erano perse le tracce per più di due secoli. Il ritrovamento di buona parte dei volumi appartenuti alla collezione di Alfieri permette di ripristinare un tassello essenziale dell’officina letteraria di Alfieri, e di tracciare la topografia dello spazio letterario entro cui si mosse lo scrittore negli anni della sua formazione e in quelli, cruciali, in cui videro la luce le sue opere più importanti (dalle tragedie ai trattati politico-letterari alla prima redazione della Vita). Dopo aver indagato il rapporto dello scrittore con i suoi libri, la maniera in cui li utilizzò, li lesse e li studiò, questo volume interroga anche un’altra dimensione, non meno fondamentale, della biblioteca, che, come la memoria, si costituisce per sedimenti (acquisti, perdite, prestiti, doni): i libri letti o anche soltanto acquisiti sono altrettante tracce delle esperienze vissute e dei luoghi attraversati e ci permettono di approfondire l’identità del loro possessore. Il volume ripercorre la storia di quella raccolta, che riflette la fisionomia culturale di chi la selezionò, la riunì, l’arricchì e la ordinò progressivamente per più di venti anni, attribuendole, assieme al suo archivio letterario, il compito di modellare l’immagine autoriale di sé che voleva trasmettere ai posteri.

La biblioteca ritrovata. La prima biblioteca di Vittorio Alfieri

Del Vento, Christian
2019-01-01

Abstract

Questo volume nasce dal lavoro di ricostituzione del catalogo della biblioteca di Vittorio Alfieri, in buona parte dispersa dopo il 1792 e della quale si erano perse le tracce per più di due secoli. Il ritrovamento di buona parte dei volumi appartenuti alla collezione di Alfieri permette di ripristinare un tassello essenziale dell’officina letteraria di Alfieri, e di tracciare la topografia dello spazio letterario entro cui si mosse lo scrittore negli anni della sua formazione e in quelli, cruciali, in cui videro la luce le sue opere più importanti (dalle tragedie ai trattati politico-letterari alla prima redazione della Vita). Dopo aver indagato il rapporto dello scrittore con i suoi libri, la maniera in cui li utilizzò, li lesse e li studiò, questo volume interroga anche un’altra dimensione, non meno fondamentale, della biblioteca, che, come la memoria, si costituisce per sedimenti (acquisti, perdite, prestiti, doni): i libri letti o anche soltanto acquisiti sono altrettante tracce delle esperienze vissute e dei luoghi attraversati e ci permettono di approfondire l’identità del loro possessore. Il volume ripercorre la storia di quella raccolta, che riflette la fisionomia culturale di chi la selezionò, la riunì, l’arricchì e la ordinò progressivamente per più di venti anni, attribuendole, assieme al suo archivio letterario, il compito di modellare l’immagine autoriale di sé che voleva trasmettere ai posteri.
2019
Alfieriana
978-88-6274-941-1
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