Nel suo lungo percorso creativo Armando Marrocco (Galatina, Lecce 1939) ha indagato con singolare metodicità anche l’ambito verbovisuale, declinandolo in termini prevalentemente processuali e relazionali e riconducendolo a una prospettiva antropologica a lui congeniale, sia nella pratica performativa sia nella dimensione pittorica e installativa. Il contributo si concentra su questo aspetto finora trascurato della sua attività, analizzando in particolare quelle azioni degli anni Settanta in cui Marrocco mette in scena la scrittura come riattivazione di un processo rituale primordiale, intriso di memorie e di poesia (le due serie Paleo-grafia e Rivelazione) oppure scaturito dal coinvolgimento diretto del proprio corpo (la sequenza stampa bocca o scrittura bocca). Azioni che tra l’altro giustificano la partecipazione dell’artista per circa un decennio, a partire dal 1976, alle attività promosse dal Mercato del Sale di Ugo Carrega. Si vedrà inoltre come queste ricerche affondino le radici nella sperimentazione intrapresa da Marrocco negli anni Sessanta, quando, anche con il supporto della Galleria Apollinaire di Milano, la riflessione su tematiche identitarie, ecologiche e sociali spesso si traduce nell’espressione verbovisuale. La presenza della parola diverrà infine una costante nelle installazioni site specific degli anni Ottanta, accompagnate da testi a parete trascritti personalmente dall’artista.

Armando Marrocco. La scrittura come processo e ricerca antropologica

Fontana, Sara
2021-01-01

Abstract

Nel suo lungo percorso creativo Armando Marrocco (Galatina, Lecce 1939) ha indagato con singolare metodicità anche l’ambito verbovisuale, declinandolo in termini prevalentemente processuali e relazionali e riconducendolo a una prospettiva antropologica a lui congeniale, sia nella pratica performativa sia nella dimensione pittorica e installativa. Il contributo si concentra su questo aspetto finora trascurato della sua attività, analizzando in particolare quelle azioni degli anni Settanta in cui Marrocco mette in scena la scrittura come riattivazione di un processo rituale primordiale, intriso di memorie e di poesia (le due serie Paleo-grafia e Rivelazione) oppure scaturito dal coinvolgimento diretto del proprio corpo (la sequenza stampa bocca o scrittura bocca). Azioni che tra l’altro giustificano la partecipazione dell’artista per circa un decennio, a partire dal 1976, alle attività promosse dal Mercato del Sale di Ugo Carrega. Si vedrà inoltre come queste ricerche affondino le radici nella sperimentazione intrapresa da Marrocco negli anni Sessanta, quando, anche con il supporto della Galleria Apollinaire di Milano, la riflessione su tematiche identitarie, ecologiche e sociali spesso si traduce nell’espressione verbovisuale. La presenza della parola diverrà infine una costante nelle installazioni site specific degli anni Ottanta, accompagnate da testi a parete trascritti personalmente dall’artista.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1480696
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