Approdato a Milano dalla natia Cento ed entrato in contatto con il nascente gruppo dei Futuristi, Aroldo Bonzagni (Cento, 1887 – Milano, 1918) ebbe una parabola artistica di circa un decennio in cui maturò un linguaggio realista-espressionista. Alla pittura e al disegno affiancò la caricatura, l'illustrazione e la cartellonistica. E fu soprattutto in quest’ultima che si manifestò il suo sentimento politico, rafforzato dalla presentazione delle opere in alcune vetrine di via Dante e dal frequente intervento della censura. Molti dei suoi cartelloni satirici furono infatti dedicati alla cronaca (Gli sfratti in Via Palestrina, 1909) e alla politica italiana interna ed estera, dalla guerra di Libia alle rivendicazioni delle suffragette, fino alla campagna interventista agli inizi del primo conflitto mondiale. Tuttavia una lettura politica affiora anche in altri suoi temi: il lavoro e l’industria nella metropoli in crescita, gli appuntamenti mondani della borghesia milanese e le vedute popolari della periferia, teatro della vita di poveri ed emarginati (Rifiuti della società, 1918).
Aroldo Bonzagni, un artista antagonista. Pittore, illustratore, cartellonista e caricaturista
Fontana, Sara
Writing – Original Draft Preparation
2016-01-01
Abstract
Approdato a Milano dalla natia Cento ed entrato in contatto con il nascente gruppo dei Futuristi, Aroldo Bonzagni (Cento, 1887 – Milano, 1918) ebbe una parabola artistica di circa un decennio in cui maturò un linguaggio realista-espressionista. Alla pittura e al disegno affiancò la caricatura, l'illustrazione e la cartellonistica. E fu soprattutto in quest’ultima che si manifestò il suo sentimento politico, rafforzato dalla presentazione delle opere in alcune vetrine di via Dante e dal frequente intervento della censura. Molti dei suoi cartelloni satirici furono infatti dedicati alla cronaca (Gli sfratti in Via Palestrina, 1909) e alla politica italiana interna ed estera, dalla guerra di Libia alle rivendicazioni delle suffragette, fino alla campagna interventista agli inizi del primo conflitto mondiale. Tuttavia una lettura politica affiora anche in altri suoi temi: il lavoro e l’industria nella metropoli in crescita, gli appuntamenti mondani della borghesia milanese e le vedute popolari della periferia, teatro della vita di poveri ed emarginati (Rifiuti della società, 1918).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.