Le asimmetrie craniomandibolari possono essere distinte in asimmetrie dentali, scheletriche, funzionali o miste 2-4 . L’asimmetria scheletrica è determinata da alterazioni strutturali delle varie componenti dell’apparato stomatognatico, mentre l’asimmetria funzionale è conseguente ad uno scivolamento della mandibola verso un lato, non supportato da una dismorfosi basale. Se tale laterodeviazione mandibolare non viene identificata e corretta, evolve in un’alterazione scheletrica stabilizzata, trasformandosi in laterognazia. Le asimmetrie mandibolari acquisite da interferenze occlusali sono molto frequenti, a differenza delle asimmetrie strutturali congenite del mascellare superiore e della mandibola. Una contrazione lieve del mascellare superiore è spesso la causa del problema occlusale: tale contrazione, infatti, durante la chiusura, si rende responsabile della comparsa di precontatti deflettenti che provocano il dislocamento mandibolare. La diagnosi precoce risulta, perciò, fondamentale al fine di intercettare e correggere la crescita anomala, evitando l’instaurarsi di un’asimmetria strutturale. Le asimmetrie maxillo-mandibolari di tipo strutturale possono essere risolte solo ricorrendo ad una terapia chirurgica al termine della crescita, mentre, nei casi di lieve asimmetria è auspicabile un trattamento precoce mirato alla correzione dell’asimmetria stessa. Nei soggetti in crescita tale intervento terapeutico può identificarsi con un’adeguata terapia funzionale che obbliga la mandibola nella posizione stabilita con il morso di costruzione, determinando una stimolazione differenziale della crescita mandibolare. L’apparecchiatura funzionale indicata è di tipo ibrido, ossia diversa nei due lati destro e sinistro: la mandibola viene così obbligata in una posizione di simmetria, mentre vengono stimolate le potenzialità di crescita della mandibola nel lato deficitario. L’apparecchio ibrido si prefigge pertanto di correggere l’asimmetria o, perlomeno, di evitarne l’aggravamento.

Approccio funzionale con apparecchiature ibride nelle asimmetrie mandibolari

GANDINI, PAOLA;
2008-01-01

Abstract

Le asimmetrie craniomandibolari possono essere distinte in asimmetrie dentali, scheletriche, funzionali o miste 2-4 . L’asimmetria scheletrica è determinata da alterazioni strutturali delle varie componenti dell’apparato stomatognatico, mentre l’asimmetria funzionale è conseguente ad uno scivolamento della mandibola verso un lato, non supportato da una dismorfosi basale. Se tale laterodeviazione mandibolare non viene identificata e corretta, evolve in un’alterazione scheletrica stabilizzata, trasformandosi in laterognazia. Le asimmetrie mandibolari acquisite da interferenze occlusali sono molto frequenti, a differenza delle asimmetrie strutturali congenite del mascellare superiore e della mandibola. Una contrazione lieve del mascellare superiore è spesso la causa del problema occlusale: tale contrazione, infatti, durante la chiusura, si rende responsabile della comparsa di precontatti deflettenti che provocano il dislocamento mandibolare. La diagnosi precoce risulta, perciò, fondamentale al fine di intercettare e correggere la crescita anomala, evitando l’instaurarsi di un’asimmetria strutturale. Le asimmetrie maxillo-mandibolari di tipo strutturale possono essere risolte solo ricorrendo ad una terapia chirurgica al termine della crescita, mentre, nei casi di lieve asimmetria è auspicabile un trattamento precoce mirato alla correzione dell’asimmetria stessa. Nei soggetti in crescita tale intervento terapeutico può identificarsi con un’adeguata terapia funzionale che obbliga la mandibola nella posizione stabilita con il morso di costruzione, determinando una stimolazione differenziale della crescita mandibolare. L’apparecchiatura funzionale indicata è di tipo ibrido, ossia diversa nei due lati destro e sinistro: la mandibola viene così obbligata in una posizione di simmetria, mentre vengono stimolate le potenzialità di crescita della mandibola nel lato deficitario. L’apparecchio ibrido si prefigge pertanto di correggere l’asimmetria o, perlomeno, di evitarne l’aggravamento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/148869
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