Il testo prende in esame gli snodi principali del superamento della vocalità classica della tradizione lirico-liederistica a favore di trattamenti della voce più ‘strumentali’ sia dal punto di vista del rapporto testo-musica sia da quello dell’emissione vocale che recupera i modelli di ispirazione extra-occidentale e spesso extra-musicale. L’espressione vocale ha visto un’importante espansione delle possibilità della propria manifestazione nel lungo e complesso rapporto con il testo, o più in generale, con il linguaggio verbale. Inoltre, la voce, strumento “incorporato” che non prevede azioni su oggetti esterni al corpo dell’esecutore, si è sempre trovata ad agire e interagire con diverse tecnologie, inizialmente di tipo meccanico (liuteria tradizionale) e analogico (dispositivi elettrici), per abbracciare più recentemente relazioni con ambienti digitali che oggi permeano diversi aspetti dell’atto creativo e performativo e che mettono in risalto sonorità nascoste, inudibili a ‘orecchio nudo’. La riflessione verte sul rapporto che tali possibilità comportano sia sul piano dell’identità vocale, da una parte, e dall’altra, su quello della scrittura e della sintassi compositiva. La prima operazione viene svolta grazie all’illustrazione della classificazione delle tipologie vocali proposta dalla performer e compositrice Marie Guilleray (voce-soggetto, voce-oggetto, voce-significato) per arrivare a teorizzare una nuova categoria di voce, in questo caso mediata ed espansa, ovvero la 'voce come apparato'. La nuova categoria si pone in dialogo con l’orizzonte delle poetiche del suono complesso sostenute dalla crescente consapevolezza e sensibilità nei confronti del suono inteso come dimensione multiparametrica, instabile, complessa e dinamica sviluppate nell’ambito della composizione spettrale e post-spettrale. Il configurarsi di molteplici possibilità di esplorazione degli spazi vocali esaminati nella parte di riflessione teorica viene in seguito osservato a partire da tre casi di studio molto recenti - Giovanni Verrando, Instrumental Freak Show (2017-2020) e Maurizio Azzan, Ariadne(2021) , Luca Guidarini, Morphology of a Digital Mouth (2020). L’indagine prende dunque in esame il rapporto della voce con il contesto tecnologicamente espanso come quello della musica mista del repertorio post-spettrale che si pone in continuità con l’esperienza quotidiana dell’uomo del XXI secolo immerso in un ambiente ricco di dispositivi digitali che gestiscono molti aspetti della nostra vita. In questo nuovo ambiente un brano soltanto acustico (strumentale e/o vocale) è quasi una rarità oggi e appare come evocazione di uno scenario del passato. Infatti, quando pensiamo alla vocalità, il nostro immaginario dimostra di muoversi con una certa inerzia nei confronti di ciò che i pervasivi processi di digitalizzazione hanno già modificato in un modo profondo nelle altre esperienze della realtà quotidiana e anche artistica. Una riflessione continua di questi cambiamenti si configura come necessario monitoraggio di traiettorie più ampie che contraddistinguono il nostro tempo.
Comporre con le soglie. Le dimensioni della voce nelle pratiche compositive di musica mista
Ingrid Pustijanac
2023-01-01
Abstract
Il testo prende in esame gli snodi principali del superamento della vocalità classica della tradizione lirico-liederistica a favore di trattamenti della voce più ‘strumentali’ sia dal punto di vista del rapporto testo-musica sia da quello dell’emissione vocale che recupera i modelli di ispirazione extra-occidentale e spesso extra-musicale. L’espressione vocale ha visto un’importante espansione delle possibilità della propria manifestazione nel lungo e complesso rapporto con il testo, o più in generale, con il linguaggio verbale. Inoltre, la voce, strumento “incorporato” che non prevede azioni su oggetti esterni al corpo dell’esecutore, si è sempre trovata ad agire e interagire con diverse tecnologie, inizialmente di tipo meccanico (liuteria tradizionale) e analogico (dispositivi elettrici), per abbracciare più recentemente relazioni con ambienti digitali che oggi permeano diversi aspetti dell’atto creativo e performativo e che mettono in risalto sonorità nascoste, inudibili a ‘orecchio nudo’. La riflessione verte sul rapporto che tali possibilità comportano sia sul piano dell’identità vocale, da una parte, e dall’altra, su quello della scrittura e della sintassi compositiva. La prima operazione viene svolta grazie all’illustrazione della classificazione delle tipologie vocali proposta dalla performer e compositrice Marie Guilleray (voce-soggetto, voce-oggetto, voce-significato) per arrivare a teorizzare una nuova categoria di voce, in questo caso mediata ed espansa, ovvero la 'voce come apparato'. La nuova categoria si pone in dialogo con l’orizzonte delle poetiche del suono complesso sostenute dalla crescente consapevolezza e sensibilità nei confronti del suono inteso come dimensione multiparametrica, instabile, complessa e dinamica sviluppate nell’ambito della composizione spettrale e post-spettrale. Il configurarsi di molteplici possibilità di esplorazione degli spazi vocali esaminati nella parte di riflessione teorica viene in seguito osservato a partire da tre casi di studio molto recenti - Giovanni Verrando, Instrumental Freak Show (2017-2020) e Maurizio Azzan, Ariadne(2021) , Luca Guidarini, Morphology of a Digital Mouth (2020). L’indagine prende dunque in esame il rapporto della voce con il contesto tecnologicamente espanso come quello della musica mista del repertorio post-spettrale che si pone in continuità con l’esperienza quotidiana dell’uomo del XXI secolo immerso in un ambiente ricco di dispositivi digitali che gestiscono molti aspetti della nostra vita. In questo nuovo ambiente un brano soltanto acustico (strumentale e/o vocale) è quasi una rarità oggi e appare come evocazione di uno scenario del passato. Infatti, quando pensiamo alla vocalità, il nostro immaginario dimostra di muoversi con una certa inerzia nei confronti di ciò che i pervasivi processi di digitalizzazione hanno già modificato in un modo profondo nelle altre esperienze della realtà quotidiana e anche artistica. Una riflessione continua di questi cambiamenti si configura come necessario monitoraggio di traiettorie più ampie che contraddistinguono il nostro tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.