Nell’ambito degli studi classici sopra la comunicazione politica, Harold Lasswell occupa una posizione di indiscussa autorità. Ripercorrendo i principali contributi che il politologo americano ha apportato allo studio della retorica politica, l’articolo pone l’accento sul nesso tra il linguaggio dei leader politici e le dinamiche di potere. Seguendo Lasswell, il legame risulta ancora più evidente allorché le risorse di violenza irrompono sul proscenio politico, determinando un innalzamento del “grado di crisi” e, perciò, una modificazione del discorso dei leader impegnati nel conflitto, principalmente a causa della crescente aspettativa del ricorso (effettivo o minacciato) all’impiego della violenza (eserciti e armi) nell’arena interstatale. Se, sul piano teorico, queste connessioni sono state messe a fuoco dalla letteratura politologica, sono ancora poche le analisi empiriche volte a saggiarne la solidità nel quadro di una crisi bellica, specialmente durante il ventunesimo secolo. Il caso di Volodomyr Zelensky offre un invitante banco di prova per verificare se i tratti essenziali della sua propaganda bellica vadano nella direzione di confermare la teoria lasswelliana, nonché per appurare se il suo discorso politico proponga un differente framing del conflitto con la Russia, a seocnda dei destinatari a cui appare rivolto. Il presente saggio si propone di offrire qualche riscontro a queste ipotesi di ricerca, analizzando un campione rappresentativo dei discorsi di guerra di Zelensky secondo una metodologia semplificata di content analysis, di derivazione lasswelliana e di matrice tanto qualitativa che quantitativa quantitativa.
Guerra e comunicazione politica: un’analisi lasswelliana della retorica di Volodomyr Zelensky
Chiapponi Flavio
2023-01-01
Abstract
Nell’ambito degli studi classici sopra la comunicazione politica, Harold Lasswell occupa una posizione di indiscussa autorità. Ripercorrendo i principali contributi che il politologo americano ha apportato allo studio della retorica politica, l’articolo pone l’accento sul nesso tra il linguaggio dei leader politici e le dinamiche di potere. Seguendo Lasswell, il legame risulta ancora più evidente allorché le risorse di violenza irrompono sul proscenio politico, determinando un innalzamento del “grado di crisi” e, perciò, una modificazione del discorso dei leader impegnati nel conflitto, principalmente a causa della crescente aspettativa del ricorso (effettivo o minacciato) all’impiego della violenza (eserciti e armi) nell’arena interstatale. Se, sul piano teorico, queste connessioni sono state messe a fuoco dalla letteratura politologica, sono ancora poche le analisi empiriche volte a saggiarne la solidità nel quadro di una crisi bellica, specialmente durante il ventunesimo secolo. Il caso di Volodomyr Zelensky offre un invitante banco di prova per verificare se i tratti essenziali della sua propaganda bellica vadano nella direzione di confermare la teoria lasswelliana, nonché per appurare se il suo discorso politico proponga un differente framing del conflitto con la Russia, a seocnda dei destinatari a cui appare rivolto. Il presente saggio si propone di offrire qualche riscontro a queste ipotesi di ricerca, analizzando un campione rappresentativo dei discorsi di guerra di Zelensky secondo una metodologia semplificata di content analysis, di derivazione lasswelliana e di matrice tanto qualitativa che quantitativa quantitativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.