La sentenza resa dalla Grande Camera nel caso Sanchez c. Francia illustra in modo nitido la propensione della Corte di Strasburgo a garantire una protezione efficace contro la diffusione dei discorsi d'odio (o "hate speech"), pur in mancanza di una disposizione specifica nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani che imponga in capo agli Stati obblighi espliciti in materia. Facendo leva sulle responsabilità speciali dei leader politici, la condanna penale inflitta al ricorrente per i commenti di stampo islamofobico caricati da parte di soggetti terzi sulla bacheca dell'account personale Facebook di tale soggetto è stata ritenuta "necessaria in una società democratica" e quindi compatibile con l'articolo 10 CEDU. Tale approdo si raccorda in modo coerente con una recente linea di sviluppo che rafforza la protezione degli individui appartenenti ai diversi gruppi sociali colpiti dai discorsi d'odio attraverso la lente degli obblighi che discendono dall'articolo 8 CEDU («diritto al rispetto della vita privata»), letto congiuntamente all' 14 CEDU («divieto di discriminazione»).
Contrasto allo hate speech e responsabilità nella comunicazione politica online: note alla sentenza della Corte europea dei diritti umani Sanchez c. Francia
Federica Falconi
2024-01-01
Abstract
La sentenza resa dalla Grande Camera nel caso Sanchez c. Francia illustra in modo nitido la propensione della Corte di Strasburgo a garantire una protezione efficace contro la diffusione dei discorsi d'odio (o "hate speech"), pur in mancanza di una disposizione specifica nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani che imponga in capo agli Stati obblighi espliciti in materia. Facendo leva sulle responsabilità speciali dei leader politici, la condanna penale inflitta al ricorrente per i commenti di stampo islamofobico caricati da parte di soggetti terzi sulla bacheca dell'account personale Facebook di tale soggetto è stata ritenuta "necessaria in una società democratica" e quindi compatibile con l'articolo 10 CEDU. Tale approdo si raccorda in modo coerente con una recente linea di sviluppo che rafforza la protezione degli individui appartenenti ai diversi gruppi sociali colpiti dai discorsi d'odio attraverso la lente degli obblighi che discendono dall'articolo 8 CEDU («diritto al rispetto della vita privata»), letto congiuntamente all' 14 CEDU («divieto di discriminazione»).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.