Lo spazio immaginario dell’isola dell’eterno gioco, salvifica di situazioni di estremo disagio esistenziale ma al tempo stesso trappola senza via di uscita, viene assunto a metafora dello spazio interiore in cui si rifugia il giocatore patologico nel suo tentativo di sfuggire a una vita avvertita estremamente difficile sul piano delle relazioni interpersonali: nel desiderio di rinnegare la solitudine, ossessivamente egli si impegna a perpetuare gesti e a maneggiare simboli che gli offrano l’illusione di accedere ad uno spazio comunicativo collettivo cui una moltitudine di altre persone contemporaneamente e da qualche parte egualmente accede.

Lo spazio interiore del gioco: note su un giocatore “solitario”.

CARBONARA, MARIA VITTORIA
2007-01-01

Abstract

Lo spazio immaginario dell’isola dell’eterno gioco, salvifica di situazioni di estremo disagio esistenziale ma al tempo stesso trappola senza via di uscita, viene assunto a metafora dello spazio interiore in cui si rifugia il giocatore patologico nel suo tentativo di sfuggire a una vita avvertita estremamente difficile sul piano delle relazioni interpersonali: nel desiderio di rinnegare la solitudine, ossessivamente egli si impegna a perpetuare gesti e a maneggiare simboli che gli offrano l’illusione di accedere ad uno spazio comunicativo collettivo cui una moltitudine di altre persone contemporaneamente e da qualche parte egualmente accede.
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