Pittore, architetto e disegnatore sensibile e attento, Girolamo da Carpi (1501-1556), ferrarese di nascita, è un artista capace di incuriosire anche l’osservatore moderno. Nella Roma di metà Cinquecento riuscì a ritagliarsi uno spazio tutto suo, acquistando presto fama di intenditore di statuaria classica e, soprattutto, di abile architetto di giardini di antichità: un’attività in cui – come scrive Vasari nelle Vite – «si portò tanto bene che ne restò ognuno stupefatto». Entrato al servizio di papa Giulio III e del cardinale Ippolito II d’Este, che lo impiegò nelle sue residenze romane e nel cantiere, all’epoca appena aperto, della celebre villa di Tivoli, negli anni del suo ultimo soggiorno nell’Urbe (tra il 1549 e il 1553) Girolamo sembra trascurare un po’ la pittura a vantaggio, si direbbe, del disegno. Il Taccuino romano, di cui restano duecento fogli, oggi suddivisi tra la Biblioteca Reale di Torino, il Rosenbach Museum & Library di Philadelphia il British Museum, ci svela un artista affascinato dai marmi antichi ma che non trascura di studiare le opere dei grandi contemporanei: di Raffaello e della sua cerchia in primis, di Michelangelo, di Parmigianino. Gli studi recenti, che hanno risvegliato l’interesse sull’attività di Girolamo da Carpi, si sono occupati solo marginalmente del taccuino: questo volume intende ora aggiornare, per quanto riguarda la sezione torinese, l’edizione fatta nel 1976 da Norman W. Canedy, dando più spazio ai disegni dall’antico, in cui Girolamo, per usare le parole dello storico dell’arte Frederick Antal, «made the stones come to life». Il volume propone uno studio completo dei novanta fogli torinesi, di cui si propongono nuove identificazioni, anche alla luce dei confronti con altri disegni coevi, e si aggiorna la bibliografia. Il nuovo apparato fotografico, fatto appositamente per quest’opera, è a cura di Giorgio Olivero.

Girolamo da Carpi disegnatore. Il taccuino romano della Biblioteca Reale di Torino

Anna Maria Riccomini
2023-01-01

Abstract

Pittore, architetto e disegnatore sensibile e attento, Girolamo da Carpi (1501-1556), ferrarese di nascita, è un artista capace di incuriosire anche l’osservatore moderno. Nella Roma di metà Cinquecento riuscì a ritagliarsi uno spazio tutto suo, acquistando presto fama di intenditore di statuaria classica e, soprattutto, di abile architetto di giardini di antichità: un’attività in cui – come scrive Vasari nelle Vite – «si portò tanto bene che ne restò ognuno stupefatto». Entrato al servizio di papa Giulio III e del cardinale Ippolito II d’Este, che lo impiegò nelle sue residenze romane e nel cantiere, all’epoca appena aperto, della celebre villa di Tivoli, negli anni del suo ultimo soggiorno nell’Urbe (tra il 1549 e il 1553) Girolamo sembra trascurare un po’ la pittura a vantaggio, si direbbe, del disegno. Il Taccuino romano, di cui restano duecento fogli, oggi suddivisi tra la Biblioteca Reale di Torino, il Rosenbach Museum & Library di Philadelphia il British Museum, ci svela un artista affascinato dai marmi antichi ma che non trascura di studiare le opere dei grandi contemporanei: di Raffaello e della sua cerchia in primis, di Michelangelo, di Parmigianino. Gli studi recenti, che hanno risvegliato l’interesse sull’attività di Girolamo da Carpi, si sono occupati solo marginalmente del taccuino: questo volume intende ora aggiornare, per quanto riguarda la sezione torinese, l’edizione fatta nel 1976 da Norman W. Canedy, dando più spazio ai disegni dall’antico, in cui Girolamo, per usare le parole dello storico dell’arte Frederick Antal, «made the stones come to life». Il volume propone uno studio completo dei novanta fogli torinesi, di cui si propongono nuove identificazioni, anche alla luce dei confronti con altri disegni coevi, e si aggiorna la bibliografia. Il nuovo apparato fotografico, fatto appositamente per quest’opera, è a cura di Giorgio Olivero.
2023
978-88-3367-241-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1501215
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