L’intervento si propone di sistematizzare in un quadro teorico la descrizione di quella che può essere definita come una «metavarietà»: perché non legata a usi oggettivi, ma a una proiezione soggettiva condivisa riguardo a determinati usi; proiezione, appunto, metalinguistica. E anche – in parte – metastorica, in quanto fondata su pregiudizi tramandati spesso all’interno di una visione conservatrice: coerente nel negare l’evoluzione storica della lingua in nome della presunta continuità di un idealizzato standard. Una metavarietà che – riguardo all’italiano attuale – implica anche una riconsiderazione dei rapporti tra uno standard divenuto ormai vetero-standard, un neo-standard che ormai di nuovo ha ben poco e le innovazioni che nel frattempo si stanno affacciando nell’uso.
Una meta-varietà: l’italiano percepito.
Giuseppe Antonelli
2024-01-01
Abstract
L’intervento si propone di sistematizzare in un quadro teorico la descrizione di quella che può essere definita come una «metavarietà»: perché non legata a usi oggettivi, ma a una proiezione soggettiva condivisa riguardo a determinati usi; proiezione, appunto, metalinguistica. E anche – in parte – metastorica, in quanto fondata su pregiudizi tramandati spesso all’interno di una visione conservatrice: coerente nel negare l’evoluzione storica della lingua in nome della presunta continuità di un idealizzato standard. Una metavarietà che – riguardo all’italiano attuale – implica anche una riconsiderazione dei rapporti tra uno standard divenuto ormai vetero-standard, un neo-standard che ormai di nuovo ha ben poco e le innovazioni che nel frattempo si stanno affacciando nell’uso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.