A quasi un secolo dalla costituzione dell’ordine, nella diocesi di Brescia sorsero due monasteri di Visitandine: quello di Salò nel 1712, seguito da quello di Darfo nel 1729. Entrambe le istituzioni, sviluppate sotto l’egida del cardinale Angelo Maria Querini, dovevano rispondere alla richiesta di provvedere a una specifica formazione culturale e spirituale della componente femminile di due borghi situati in aree strategiche per la Serenissima. Infatti, mentre Salò era a capo della Magnifica Patria, la comunità rivierasca del Garda, Darfo si poneva al centro della Valle Camonica, centri la cui religiosità fu influenzata dal carisma salesiano anche nell’attività pastorale e devozionale, a partire dal culto del Sacro Cuore. Nei secoli successivi, mentre il rinnovamento della pratica dell’educandato monastico, espressamente destinato alla cura e all’istruzione delle ragazze, ricevette nuovo impulso proprio grazie alla proposta visitandina, gli stessi monasteri riuscirono a coagulare gli sforzi di varie istituzioni, di singoli privati e di amministratori pubblici, e porsi come parte attiva della vita sociale e culturale dei loro territori. Nel 1818, in piena restaurazione e a garanzia del successo che la proposta visitandina stava riscuotendo in diocesi, venne aperto a Brescia un terzo monastero, trasferito poi a Costalunga. Molto frequentato e apprezzato, fra le prime fanciulle accolse anche la futura S. Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice delle Suore Ancelle della Carità, una congregazione “gemmata” dall’albero salesiano, della cui eredità seppe fare tesoro adattandola ai tempi.
«Per le fanciulle educande». Monasteri della Visitazione in terra bresciana
Simona Negruzzo
2023-01-01
Abstract
A quasi un secolo dalla costituzione dell’ordine, nella diocesi di Brescia sorsero due monasteri di Visitandine: quello di Salò nel 1712, seguito da quello di Darfo nel 1729. Entrambe le istituzioni, sviluppate sotto l’egida del cardinale Angelo Maria Querini, dovevano rispondere alla richiesta di provvedere a una specifica formazione culturale e spirituale della componente femminile di due borghi situati in aree strategiche per la Serenissima. Infatti, mentre Salò era a capo della Magnifica Patria, la comunità rivierasca del Garda, Darfo si poneva al centro della Valle Camonica, centri la cui religiosità fu influenzata dal carisma salesiano anche nell’attività pastorale e devozionale, a partire dal culto del Sacro Cuore. Nei secoli successivi, mentre il rinnovamento della pratica dell’educandato monastico, espressamente destinato alla cura e all’istruzione delle ragazze, ricevette nuovo impulso proprio grazie alla proposta visitandina, gli stessi monasteri riuscirono a coagulare gli sforzi di varie istituzioni, di singoli privati e di amministratori pubblici, e porsi come parte attiva della vita sociale e culturale dei loro territori. Nel 1818, in piena restaurazione e a garanzia del successo che la proposta visitandina stava riscuotendo in diocesi, venne aperto a Brescia un terzo monastero, trasferito poi a Costalunga. Molto frequentato e apprezzato, fra le prime fanciulle accolse anche la futura S. Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice delle Suore Ancelle della Carità, una congregazione “gemmata” dall’albero salesiano, della cui eredità seppe fare tesoro adattandola ai tempi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.