Il periodo testimoniato dalle registrazioni con The Hawks nel 1967 a Woodstock, a più riprese raccontato quanto carente di documentazione fattuale e – di conseguenza - soggetto a una pletora di narrazioni a posteriori, rappresenta un momento particolarmente adatto per indagare la costruzione di una mitologia dylaniana che attraverserà i decenni. Se il rifiuto di farsi inscrivere entro coordinate prevedibili e stereotipate è una caratteristica ricorrente in diversi momenti di una carriera contraddistinta da numerosi cambiamenti di rotta in termini stilistici ed estetici, i Basement Tapes, con il loro statuto ibrido di registrazioni “private” e una circolazione per lungo tempo avvenuta attraverso canali non ufficiali, sono un oggetto che ben esemplifica come la ricezione della figura di Dylan – favorita inizialmente dal cantante stesso e ripresa da pubblico e critica - rifugga le narrazioni storiche per favorire quelle di stampo mitico. Alla linearità della prova documentaria, il discorso sui Basement Tapes si allinea alla qualità irrisolta della contraddizione, alla provvisorietà di pubblicazioni non ufficiali e ufficiali che promettono un’autenticità documentaria senza mai fornirla concretamente, alimentando al contempo dubbi riguardo la loro effettiva consistenza in termini numerici e sonori.
Ineffabili e irraggiungibili. Il mito dei Basement Tapes
Alessandro Bratus
2024-01-01
Abstract
Il periodo testimoniato dalle registrazioni con The Hawks nel 1967 a Woodstock, a più riprese raccontato quanto carente di documentazione fattuale e – di conseguenza - soggetto a una pletora di narrazioni a posteriori, rappresenta un momento particolarmente adatto per indagare la costruzione di una mitologia dylaniana che attraverserà i decenni. Se il rifiuto di farsi inscrivere entro coordinate prevedibili e stereotipate è una caratteristica ricorrente in diversi momenti di una carriera contraddistinta da numerosi cambiamenti di rotta in termini stilistici ed estetici, i Basement Tapes, con il loro statuto ibrido di registrazioni “private” e una circolazione per lungo tempo avvenuta attraverso canali non ufficiali, sono un oggetto che ben esemplifica come la ricezione della figura di Dylan – favorita inizialmente dal cantante stesso e ripresa da pubblico e critica - rifugga le narrazioni storiche per favorire quelle di stampo mitico. Alla linearità della prova documentaria, il discorso sui Basement Tapes si allinea alla qualità irrisolta della contraddizione, alla provvisorietà di pubblicazioni non ufficiali e ufficiali che promettono un’autenticità documentaria senza mai fornirla concretamente, alimentando al contempo dubbi riguardo la loro effettiva consistenza in termini numerici e sonori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.