Il contributo prende in esame un inedito Benedicamus domino polifonico (ca. 1400) trasmesso in un bifoglio pergamenaceo di recente scoperta, conservato presso la Biblioteca Trivulziana di Milano. La composizione contiene una figura notazionale altrimenti ignota, che compare unicamente in un altro bifoglio recentemente portato alla luce, conservato a Pavia, e facente parte originariamente dello stesso manufatto. Il saggio include un’edizione critica del brano, la cui ricostruzione è resa particolarmente ardua dalle condizioni della pergamena, reimpiegata come legatura di un manoscritto del XV secolo. L’edizione è provvista di una trascrizione diplomatica in notazione antica che consente più facilmente di valutare l’entità degli interventi degli editori, limitati alla traduzione in notazione moderna e alla segnalazione dei passaggi di impossibile lettura. Per la restituzione del testo critico, per la lettura dei passi di più ardua decifrazione e per lo studio codicologico del frammento musicale, ci si è avvalsi di tecniche fotografiche ad altissima risoluzione e di analisi diagnostiche non invasive. L'analisi proposta dimostra che le due voci rimaste appartenevano originariamente a una composizione a tre voci, consente di collocare il brano all’interno della tradizione italiana del Benedicamus domino polifonico e ne evidenzia la rarità dal punto di vista stilistico e notazionale. Tanto il Benedicamus domino oggetto dello studio quanto i due bifogli rinvenuti, in quanto esemplari rarissimi nel loro genere, arricchiscono notevolmente la nostra comprensione della cultura musicale dell’Italia settentrionale a cavallo tra XIV e XV secolo, per la quale sopravvivono pochissime testimonianze.
A Newly-discovered Polyphonic Benedicamus Domino in Milan
Antonio Calvia;
2024-01-01
Abstract
Il contributo prende in esame un inedito Benedicamus domino polifonico (ca. 1400) trasmesso in un bifoglio pergamenaceo di recente scoperta, conservato presso la Biblioteca Trivulziana di Milano. La composizione contiene una figura notazionale altrimenti ignota, che compare unicamente in un altro bifoglio recentemente portato alla luce, conservato a Pavia, e facente parte originariamente dello stesso manufatto. Il saggio include un’edizione critica del brano, la cui ricostruzione è resa particolarmente ardua dalle condizioni della pergamena, reimpiegata come legatura di un manoscritto del XV secolo. L’edizione è provvista di una trascrizione diplomatica in notazione antica che consente più facilmente di valutare l’entità degli interventi degli editori, limitati alla traduzione in notazione moderna e alla segnalazione dei passaggi di impossibile lettura. Per la restituzione del testo critico, per la lettura dei passi di più ardua decifrazione e per lo studio codicologico del frammento musicale, ci si è avvalsi di tecniche fotografiche ad altissima risoluzione e di analisi diagnostiche non invasive. L'analisi proposta dimostra che le due voci rimaste appartenevano originariamente a una composizione a tre voci, consente di collocare il brano all’interno della tradizione italiana del Benedicamus domino polifonico e ne evidenzia la rarità dal punto di vista stilistico e notazionale. Tanto il Benedicamus domino oggetto dello studio quanto i due bifogli rinvenuti, in quanto esemplari rarissimi nel loro genere, arricchiscono notevolmente la nostra comprensione della cultura musicale dell’Italia settentrionale a cavallo tra XIV e XV secolo, per la quale sopravvivono pochissime testimonianze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.