L’articolo, primo di due contributi strettamente legati, presenta un’analisi complessiva della prosa del più antico documento pavese, il cosiddetto Grisostomo pavese (1342), testimoniato da un solo manoscritto andato distrutto nel 1904, ma di cui abbiamo un’edizione ottocentesca a cura di W. Foerster. L’opera, in prosa e di autore anonimo, si configura come il volgarizzamento-parafrasi del Neminem laedi nisi a se ipso, omelia di san Giovanni Crisostomo; ma l’ampia parte centrale del testo (capp. XVI-XXXII della nuova edizione in via di allestimento) è costituita da materiali probabilmente originali, estranei all’omelia latina. Questo primo articolo si occupa dunque soltanto del volgarizzamento vero e proprio (capp. I-XV e XXXIII-XXXVI) e mette in luce le modalità di traduzione dell’Anonimo pavese: la spiccata tendenza ad amplificare ed espandere il testo di partenza; il ricorso a lessico e similitudini di carattere domestico e popolare che concorrono a un abbassamento del registro stilistico rispetto al testo base. Strategie che vivacizzano il testo e ne aumentano il livello di espressività.
Sulla prosa del Grisostomo pavese, I. La Parafrasi del Neminem laedi nisi a se ipso (capp. I-XV, XXXIII-XXXVI)
Mirko Volpi
2024-01-01
Abstract
L’articolo, primo di due contributi strettamente legati, presenta un’analisi complessiva della prosa del più antico documento pavese, il cosiddetto Grisostomo pavese (1342), testimoniato da un solo manoscritto andato distrutto nel 1904, ma di cui abbiamo un’edizione ottocentesca a cura di W. Foerster. L’opera, in prosa e di autore anonimo, si configura come il volgarizzamento-parafrasi del Neminem laedi nisi a se ipso, omelia di san Giovanni Crisostomo; ma l’ampia parte centrale del testo (capp. XVI-XXXII della nuova edizione in via di allestimento) è costituita da materiali probabilmente originali, estranei all’omelia latina. Questo primo articolo si occupa dunque soltanto del volgarizzamento vero e proprio (capp. I-XV e XXXIII-XXXVI) e mette in luce le modalità di traduzione dell’Anonimo pavese: la spiccata tendenza ad amplificare ed espandere il testo di partenza; il ricorso a lessico e similitudini di carattere domestico e popolare che concorrono a un abbassamento del registro stilistico rispetto al testo base. Strategie che vivacizzano il testo e ne aumentano il livello di espressività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.