Il volume intende fare luce sui modi in cui le teorizzazioni cinquecentesche dello stile grave, fatte proprie e interiorizzate dal Tasso sin dall’inizio degli anni Sessanta del Cinquecento, ed esperite già a partire dalle più scoperte imitazioni del modello dellacasiano nelle prime prove liriche, siano filtrate nella prassi della matura e definitiva sistemazione della Parte prima di rime d’amore, la stampa mantovana Osanna del 1591, la cui elaborazione, dal punto di vista cronologico, era iniziata in contemporanea a un altro e più celebre ripensamento letterario, quello che avrebbe condotto alla pubblicazione, nel dicembre del 1593, del rinnovato poema gerosolimitano. Nella definizione di un nuovo sublime amoroso, che mostrerebbe i suoi debiti nei confronti del registro magnifico, proprio dell’epica (e in particolare del Tasso dei poemi), e di quello eroico, tipico dell’altrettanto nobile materia d’encomio, gli artifici formali della "gravitas", in buona parte un lascito ereditato dalla passata stagione giovanile, vengono così ricondotti alla loro reale funzione poetica, l’adeguamento della forma alla grandezza della materia e dei concetti trattati.
Per «agguagliar il suon de l’arme». La “gravitas” del Tasso lirico nell’edizione Osanna (1591)
Cristina Teresa Penna
2024-01-01
Abstract
Il volume intende fare luce sui modi in cui le teorizzazioni cinquecentesche dello stile grave, fatte proprie e interiorizzate dal Tasso sin dall’inizio degli anni Sessanta del Cinquecento, ed esperite già a partire dalle più scoperte imitazioni del modello dellacasiano nelle prime prove liriche, siano filtrate nella prassi della matura e definitiva sistemazione della Parte prima di rime d’amore, la stampa mantovana Osanna del 1591, la cui elaborazione, dal punto di vista cronologico, era iniziata in contemporanea a un altro e più celebre ripensamento letterario, quello che avrebbe condotto alla pubblicazione, nel dicembre del 1593, del rinnovato poema gerosolimitano. Nella definizione di un nuovo sublime amoroso, che mostrerebbe i suoi debiti nei confronti del registro magnifico, proprio dell’epica (e in particolare del Tasso dei poemi), e di quello eroico, tipico dell’altrettanto nobile materia d’encomio, gli artifici formali della "gravitas", in buona parte un lascito ereditato dalla passata stagione giovanile, vengono così ricondotti alla loro reale funzione poetica, l’adeguamento della forma alla grandezza della materia e dei concetti trattati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.